4 quarti su 4 vinti, una sensazione di superiorità netta, l’impressione di uguale intensità di essere talmente forti da potersi permettere di non essere elegantissimi. Gli Spurs della gara 1 della serie contro i Grizzlies sono una corazzata che saggia le acque della postseason, con il trio Leonard-Aldridge-Parker saldamente sul ponte di comando. A Memphis, in piena emergenza, non basta un Vince Carter quasi Vincredible.
PRIMA METÀ
Gli Spurs impiegano un quarto per ingranare. Nelle prime battute del match le polveri degli Speroni sono bagnate e la difesa di Memphis a regime: 12-11 San Antonio a quattro minuti dalla fine della frazione iniziale. Poi sale in cattedra LaMarcus Aldridge, assistito dal bombarolo Patty Mills (che chiude il quarto con la tripla del +9). I Grizzlies si aggrappano a un Vince Carter che segna i primi 7 punti di squadra, ma faticano a trovare soluzioni offensive credibili. Il secondo quarto è il più equilibrato della partita (26-24): gli Spurs non trovano la mira da lontano e Memphis prova a buttarla sull’intensità. San Antonio si affida a Kawhi Leonard, che riesce a scappare in contropiede un paio di volte e affondare a canestro in solitaria. La difesa di Matt Barnes è competente, ma l’ala piccola degli Spurs dimostra una varietà di soluzioni da superstar assoluta. Il primo tempo si chiude con i Grizzlies che sembrano poter dare fastidio e con la sensazione che San Antonio sia scesa in campo troppo rigida e compassata.
SECONDA METÀ
La seconda metà della partita è Spurs-centrica. Il protagonista è Tony Parker, in formato vintage: le sue accelerazioni incendiano il parquet e mettono a dura prova una difesa Grizzlies priva di intimidatori interni di alto livello. San Antonio si appropria definitivamente dell’inerzia della partita con un paio di giocate difensive brutali su Zach Randolph: prima rubata a una mano di Duncan, poi stoppata ferina di Aldridge. I neroargento iniziano a buttarla dentro anche da tre, mentre Memphis dimostra di non avere risposte contro le folate offensive avversarie. Gli Spurs non inseriscono neppure la quarta e scavano un solco profondo trenta punti che mette la parola fine alla partita con largo anticipo e relega il periodo conclusivo allo status di garbage time. In casa-Popovich c’è spazio prima per il quintetto sperimentale di passatori/realizzatori Mills-Ginobili-Anderson-West-Diaw, poi anche per le terze linee (Marjanovic, Simmons e Martin). Coach Joerger invece ha la coperta cortissima ed è costretto a dare troppi minuti ai caotici Lance Stephenson, JaMychal Green, Xavier Munford e Jarell Martin. I Grizzlies oltretutto sono piccoli e soffrono tantissimo a rimbalzo (–9 il conto a fine partita). I 16 palloni persi e le terribili percentuali da 2 (30%) fanno il resto. Difficile, oggettivamente, chiedere di più a questa versione di Memphis: il talento è pochissimo e la disparità in uomini e mezzi nei confronti degli Spurs più che evidente. In vista di gara 2 i Grizzlies non possono che sperare in una prestazione old-school di uno dei grandi vecchi: Zach Randolph e Vince Carter gli indiziati principali. Gli Spurs, in caso contrario, potranno nuovamente permettersi di sperimentare e di giocare col freno a mano tirato.
TABELLINI
SAS: Leonard 20 punti e 4 rubate, Parker 15 punti e 6 assist, Aldridge 17 punti e 4 rimbalzi
MEM: Carter 16 punti con 6/7 al tiro, Stephenson 14 punti
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