Non sono iniziati nel migliore dei modi i playoffs dell’MVP uscente, e probabilissimo riconfermato anche quest’anno, Stephen Curry: in gara 1 della serie con gli Houston Rockets, sul finire di un eccezionale primo tempo, Curry ha appoggiato male il piede destro in un movimento peraltro piuttosto innocuo a gioco fermo, procurandosi delle noie alla caviglia già operata quattro anni fa. Il problema è risultato più fastidioso del previsto, costringendo Steph a guardare i compagni superare ancora Houston in gara 2; e ora potrebbe escluderlo anche da gara 3 in Texas.
Nonostante il possibile nuovo stop, coach Steve Kerr ha rassicurato tutti sulle condizioni della caviglia operata: in sostanza, il riposo di Curry è dettato solamente dalla prudenza in una serie che pare già sotto controllo.
Vedremo come risponderà nei prossimi giorni, e se non fosse ancora a posto ovviamente il vantaggio di 2-0 ci dà una buona assicurazione per lasciarlo eventualmente a riposo. Ma ci baseremo sulla sua salute, non sul risultato della serie.
Queste le parole del coach di Golden State, il quale, citando anche Grant Hill come esempio (per chi non lo ricordasse, un fenomenale esterno della metà degli anni ’90 che saltò moltissime partite proprio per i cronici problemi alle caviglie, e che non tornò più sui livelli di inizio carriera), ha indicato come la salute del giocatore sia la priorità assoluta dell’organizzazione. Kerr ha poi aggiunto qualche dettaglio rassicurante sulle condizioni dell’articolazione del suo miglior giocatore, che aveva provato a fare riscaldamento prima di gara 2 salvo poi accomodarsi in panchina:
Non la sentiva molto bene durante il riscaldamento, così ha provato qualche movimento, ha provato a spingerci sopra ma era un po’ dolorante e così abbiamo deciso di non rischiare.
Nonostante “senza di lui il nostro margine di errore fosse molto più ridotto”, come dichiarato ancora da Kerr, gli Warriors si sono comunque aggiudicati gara 2 e potrebbero dunque scegliere di non rischiare la loro star. Qualunque sia la decisione, comunque, da quanto dichiarato dall’organizzazione di Golden State il problema non dovrebbe essere eccessivamente grave, e il nuovo stop sarebbe dettato solo dalla cautela: in fondo, vista l’importanza di Curry e la serie già indirizzata, meglio non rischiare problemi peggiori all’MVP della squadra.