Stanley Johnson non ha mai sentito il detto “non stuzzicare il can che dorme“. Del resto è giovane, fiducioso e incosciente. Sarebbe impossibile chiedergli prudenza. Ma le dichiarazioni rilasciare dall’ala dei Pistons subito dopo gara-2 contro i Cavaliers (persa dagli uomini della Motown per 107-90) hanno tutto il sapore della provocazione bella e buona.
Johnson infatti, dopo aver dichiarato, durante la regular season, che nessuno teme Kevin Durant, si è scagliato contro un altro mostro sacro della lega, LeBron James, e contro tutti i Cavaliers:
“Sono nella sua testa, è una cosa sicura. Se ne sta lì, e blatera. Ogni tanto apre bocca. Lo fa tutta la loro squadra, come fossero delle cheerleaders in panchina. Ogni volta che vai all’angolo destro ci sono loro che parlano come se stessero giocando a basket, come se fossero nella partita. Ci sono solo sette o otto giocatori che giocano, non vedo perché gli altri debbano parlare. Potrebbero anche rimanersene negli stand per come la vedo io.“
Dichiarazioni forti quelle di Johnson che fanno il paio con quelle rilasciate riguardo a un piccolo episodio di gara-2, un contatto (a dire il vero trascurabile) tra lui e James a gioco fermo, mentre i due si avviavano verso le rispettive panchine per un timeout, che non è piaciuto al giocatore dei Pistons:
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“Lui si stava allontanando, io andavo dritto per la mia strada. Lui mi ha colpito, io semplicemente non mi sono spostato. Io non so che cosa ci vediate voi, io lo prendo come un colpo basso.“
Johnson sta sicuramente facendo un ottimo lavoro in campo, dimostrando di essere, tra i Pistons, quello più capace di limitare LeBron nella metà campo difensiva. Uno sforzo il suo che però non sembra bastare, dal momento che il Re, nelle prime due gare della serie, ha fatto registrare statistiche di tutto rispetto (24.5 pts, 7 ass, 6 rbd). Cosa succederà ora che Johnson l’ha stuzzicato?