CHARLOTTE HORNETS
Kemba Walker 7: è l’anima della squadra e non fa nulla per nascondersi. Tra un tiro libero e l’altro carica i compagni guidandoli alla vittoria; troppo precipitoso in alcune situazioni in cui la voglia di strafare prende il sopravvento: 4 canestri su 19 tentati sono pochi per uno con le sue capacità.
Courtney Lee 5,5: in attacco è l’anello debole della squadra e la bassissima percentuale dal campo lo dimostra, in difesa contiene come può un Wade non in serata di grazia. Migliora leggermente rispetto a Gara-2, ma per arrivare alle Semifinali c’è assoluto bisogno di alzare ulteriormente l’asticella, così non basta.
Marvin Williams 7,5: non sappiamo cosa gli abbia detto Clifford dopo Gara-2, ma di sicuro il coach sa quali tasti toccare. Inaugura il secondo quarto con una schiacciata degna del suo Presidente, evidentemente negli spogliatoi di Charlotte gira ancora qualche bottiglietta della “Michael’s Secret Stuff”.
Frank Kaminsky 7,5: colpevolmente a secco per due partite e mezza, il carro armato si sveglia tardi, ma per compensare cannoneggia a tutto spiano senza fare prigionieri. Il suo terzo quarto da incorniciare mette una seria ipoteca sul risultato, consentendo ai suoi compagni di navigare in acque tranquille.
Al Jefferson 6,5: riprende da dove aveva lasciato mettendo a segno canestri importanti che permettono a Charlotte di rimanere in partita nonostante le triple di Deng, poi si spegne e il coach gli preferisce sistematicamente gli altri lunghi a sua disposizione. La sua partita somiglia molto alla Gara-2 di Zeller, evidentemente la maglia da titolare del centro degli Hornets non porta poi così bene.
Jeremy Lin 7,5: fallo su Wade e sottomano facile facile gettato alle ortiche, non poteva esserci inizio peggiore per lui. Nel giro di pochi minuti la situazione cambia radicalmente e Linsanity si trasforma in una delle armi offensive più pericolose dei suoi Hornets. Walker gli chiede di essere aggressivo e lui esegue, per poi prendere le redini della squadra quando il colonnello Kemba si gode il suo meritato riposo in panchina.
Cody Zeller 7: la prestazione negativa di Gara-2 lo relega in panchina, dalla quale si alza per deliziare la platea di Charlotte con un airball e un paio di falli nel giro di pochi secondi. Nonostante le premesse non eccelse, il prodotto di Indiana non si dà per vinto e col passare dei minuti cresce in maniera esponenziale catturando rimbalzi e mettendo a segno canestri pesantissimi.
Spencer Hawes, Troy Daniels, Tyler Hansbrough, Aaron Harrison, Jeremy Lamb, Jorge Gutierrez s.v.
MIAMI HEAT
Goran Dragic 5: soffre le incursioni di Walker e dei suoi amici del backcourt collezionando troppi falli già nei primi minuti. I compagni non sono al meglio della condizione e non riescono a far passare in secondo piano la sua serata storta al tiro, condizionata in parte dal nervosismo che cresce minuto dopo minuto.
Dwyane Wade 6,5: il condottiero degli Heat non è quello in versione deluxe ammirato soltanto 3 giorni fa all’AmericanAirlines Arena. Partita di luci ed ombre per il numero 3 (che nonostante tutto realizza 17 punti conditi da 7 rimbalzi), ma se la squadra non gira anche lui ne risente. Il lento ritorno in difesa nel quarto periodo, figlio della frustrazione per un facile lay-up sbagliato, è il suo personalissimo modo di sventolare bandiera bianca.
Joe Johnson 5: dopo 2 partite non certo esaltanti ci si attendeva una reazione da parte del veterano Johnson, che invece, pur dimostrando una personalità sopra la media, litiga davvero troppo spesso con il ferro.
Luol Deng 7,5: il protagonista di Gara-1 arriva in North Carolina caldo come una stufa e con le sue 4 triple in pochi minuti dimostra ai più scettici di poter essere l’arma (neanche troppo) segreta di questi Heat. Scompare quando gli Hornets cambiano passo, ma la sua resta una prestazione più che positiva. Una curiosità: la sua percentuale dall’arco (83,3%) è sensibilmente più alta di quella dalla linea della carità (50%)
Hassan Whiteside 7+: a rimbalzo si conferma il solito dominatore, ma ancora una volta i troppi falli non gli consentono di giocare con tranquillità. In attacco i compagni non lo cercano come nelle ultime uscite, ma nelle poche occasioni concessegli dimostra una crescita costante nel gioco in post. Troppo nervoso in alcune circostanze, tenta una reazione d’orgoglio nell’ultimo quarto ma ormai la partita è ampiamente compromessa.
Josh Richardson & Justise Winslow 4: i rookie che avevano sorpreso tifosi ed addetti ai lavori per la maturità dimostrata nelle loro primissime gare dei Playoff sono lontanissimi parenti dei due ragazzi smarriti in un palazzetto di Charlotte. In difesa (soprattutto Winslow) sono vittime di accoppiamenti decisamente sfavorevoli, mentre in attacco dimostrano di avere le polveri decisamente bagnate.
Amar’e Stoudemire 4,5: i minuti concessigli da Spoelstra non sono molti, ma non si può certo dire che lui faccia di tutto per meritarsene di più.
Briante Weber, Dorell Wright, Gerald Green, Josh McRoberts, Udonis Haslem s.v.