Enorme sollievo per l’intera organizzazione dei Golden State Warriors e per l’intera NBA che avrebbe visto perdere una delle proprie stelle più luminose nel momento topico della stagione: la risonanza magnetica cui si è sottoposto Stephen Curry nella giornata di oggi dopo la brutta storta subita alla fine del secondo quarto di gara 4 della serie con i Rockets non ha evidenziato le temutissime lesioni a legamenti o menischi.
L’infortunio consterebbe dunque solamente di una brutta storta: tecnicamente, si tratta di una distorsione del collaterale mediale di grado I. I tempi di recupero per questi infortuni vanno da una a quattro settimane a seconda della gravità del colpo, ma Steph dovrebbe essere rivalutato tra due settimane, durante le quali dovrà dunque fermarsi. Se il decorso dovesse essere positivo, Curry potrebbe riuscire a tornare in campo già in questi playoffs, forse già nel corso dell’eventuale semifinale di conference.
In giornata comunque sono arrivate le reazioni dei principali esponenti degli Warriors all’infortunio del proprio leader. Coach Steve Kerr si dice fiducioso che la profondità della panchina aiuterà a sopperire all’assenza del numero 30:
“Abbiamo avuto un gran contributo dalla panchina, cosa che ci servirà tantissimo fino a che Curry non tornerà disponibile. Anche quando Steph tornerà, continueremo ad aver bisogno della nostra panchina, ma adesso è fondamentale per noi.”
Per Draymond Green, invece, i Golden State Warriors dovranno tirare fuori l’intensità vista durante il secondo tempo di Gara 4 per poter chiudere la serie in cinque partite:
“Dobbiamo venire fuori dagli spogliatoi e aggredire la partita. Sappiamo che Steph non sarà della partita, perciò dovremo dare del nostro meglio. Non dobbiamo credere di vincere Gara 5 solo perché si gioca davanti ai nostri tifosi.”
Per Klay Thompson, l’assenza di Curry vuol dire dover cambiare qualcosa in fase offensiva:
“La sola presenza in campo di Steph attira l’intera difesa su di lui. Nessuno è in grado di fare ciò che solo lui sa fare: dovremo cercare di fare in cinque ciò che lui fa da solo. Tuttavia, non potrei chiedere di meglio di Shaun Livingston come sostituto di Curry: è in grado di controllare la partita in ogni momento, e la sua altezza lo rende immarcabile per le altre point guard.”
A questo punto staremo a vedere quando effettivamente Curry tornerà in campo e in quali condizioni. Nel frattempo, toccherà agli altri cercare di sopperire la sua pesante assenza.
(scritto con Federico Saltalamacchia)