Oklahoma City Thunder 7
Il primo tempo faceva temere lo stesso esito di Gara-3 ma la minaccia di un 1-3 è stata respinta grazie ad una buona prova collettiva e da un pazzesco secondo tempo di Kevin Durant. I 29 punti nei secondi ventiquattro di gioco, 41 finali, sono solo una parte del dominio del nativo di Washington che ha frantumato la difesa degli Spurs e i vari aggiustamenti in corso di Popovich. Durant ha anche guidato l’attacco a metà campo nei momenti cruciali della partita, costruendo tiri per se ma fidandosi anche dei compagni. Foye, Kanter e soprattutto Waiters hanno segnato fondamentali corner-threes che hanno permesso ai Thunder di allargare il campo spaccando la partita con un parziale di 34-16 nel terzo periodo. Waiters dicevamo decisivo con 17 punti prendo il posto di Robertson. Ma la chiave tattica della vittoria di OKC risiede anche nella strana coppia Adams-Kanter. Mentre il primo non è più una novità il secondo ha giocato una partita molto solida (11 punti, 8 rimbalzi e +9 di plus/minus) specialmente nel quarto quarto, causando gravi problemi a rimbalzo offensivo e mostrando una grande difesa contro le ricezioni in post di Aldridge – anche se parte del merito andrebbe attribuito alla staticità della ricezione e dell’attacco Spurs. Oklahoma ha raddrizzato una serie/stagione che poteva mettersi davvero male assicurandosi il punto del pareggio e la grande opportunità del colpaccio tra due giorni in Texas.
San Antonio Spurs 5
Gli Spurs escono dalla sconfitta di questa partita con una buona notizia ma con tanti dubbi. Il ritorno tra le mura amiche, e la consapevolezza di poterci giocare anche un’eventuale Gara-7, sono un buon punti di partenza ma gli Spurs stasera – e in parte anche nella vittoria di due giorni fa – hanno palesato alcuni problemi a giocare contro questi Thunder. La fisicità della squadra di coach Donovan è un problema, soprattutto a rimbalzo dove gli Spurs concedono troppo, specialmente quando OKC decide di andare con le due torri Adams-Kanter. La difesa del pick-and-roll resta un altro problema. Gli Spurs hanno deciso di restare stretti sul palleggiatore, nel tentativo di chiudere area e linee di passaggio ma i pocket-pass di Westbrook e compagni hanno prodotto ben troppe incursioni in area dei lunghi di Oklahoma e comode chiusure al ferro. Westbrook, nonostante una partita molto scostante, rimane un problema quando può condurre la transizione primaria e quando Durant è in una serata così neanche il bi-miglior difensore dell’anno può nulla. Nella metà campo offensiva invece gli Spurs hanno giocato 24 buonissimi minuti ed altrettanti nettamente meno buoni. Nel secondo tempo e specialmente nei dodici finali la circolazione di palla, le spaziature perfette e le scorribande di Parker – 22 punti con 10/16 al tiro – sono stati risucchiati dall’energia della difesa dei Thunder e le statiche ricezioni in post di Aldridge e Leonard sono inesorabilmente crollate producendo soltanto UN punto nel intero quarto periodo. San Antonio dovrà decidere cosa fare con Duncan, in campo soli dodici minuti, finendo segna segnature per la prima volta in carriera in post-season e dimostrando, ancora una volta, di essere incapace di reggere il campo. Gara-5 sarà, presumibilmente, la partita spartiacque della serie e gli Spurs sanno che non possono permettersi di sbagliare perché tornare su questo campo in situazioni di svantaggio potrebbe voler dire la fine della rincorsa al sesto anello.