GOLDEN STATE WARRIORS
SHAUN LIVINGSTON: 4. Fatica per tutti i minuti iniziali, prendendo scelte sbagliate di tiro e facendo giocate non da lui. Non pago, però, decide di prendere due falli tecnici nel giro di un secondo, venendo espulso e rischiando di rovinare la partita per i suoi. Il peggiore.
KLAY THOMPSON: 7,5. Inizia a rilento anche lui, vedendo Lillard sparargli due triple in faccia e sbagliando diverse conclusioni in attacco. Nel secondo tempo, però, sale decisamente di livello, segnando alcune triple fondamentali (quella del 100 pari, ad esempio) e lavorando molto bene in difesa, soprattutto nell’overtime.
HARRISON BARNES: 7. Il suo voto è una media tra il 5 generale dei primi 47 minuti e il 9 guadagnato tra l’ultimo minuto dei regolamentari e il supplementare. La tripla del 111-111 denota una freddezza clamorosa, considerando che arriva dopo 3 errori da oltre l’arco. Si dimostra per l’ennesima volta un role-player straordinario, di quelli che fanno la differenza nelle squadre da titolo.
DRAYMOND GREEN: 8. Partita sontuosa per lui, che nonostante qualche problema di falli e un nervosismo a tratti eccessivo si conferma un giocatore a tutto tondo. Il tabellino, in questo senso, è pauroso: 21 punti, 9 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi, 7 stoppate e 2 sole palle perse. Really?
ANDREW BOGUT: 5,5. Bersaglio dell’Hack-a-Bogut nel primo tempo risponde con un “buon” 50% ai liberi, ma per il resto si fa notare solo per il lavoro a rimbalzo e per il numero di falli: 6.
STEPH CURRY: 9. Le parole rischiano di sprecarsi in questo caso. Di ritorno dall’infortunio si rende subito conto di dover trovare ritmo dalla lunga distanza, sbagliando a ripetizione, compensando però con ottime giocate in area. Dopo 9 errori consecutivi si sblocca anche da oltre l’arco, infilando 5 triple su 7 tentativi veramente impressionanti. Sbaglia il tiro della vittoria alla fine dei regolamentari, è vero, ma nell’overtime segna i primi 12 punti degli Warriors, chiudendo il supplementare con 17 e la partita con 40 punti, 9 rimbalzi e 8 assist. Se c’era qualche dubbio riguardo la sua condizione fisica, li ha fugati tutti.
ANDRE IGUODALA & MARREESE SPEIGHTS: 7,5. Dalla panchina, in vari momenti della partita, portano punti fondamentali. Il primo aggiunge a questi anche la solita, ottima difesa, mentre il secondo si sta riscoprendo sempre di più cecchino da oltre l’arco: anche stanotte 3/3.
PORTLAND TRAIL BLAZERS
DAMIAN LILLARD: 7. Parte a mille, segnando 7 punti nei primi due minuti di gioco, per poi spegnersi lentamente fino ad arrivare allo 0 del terzo quarto. Il quarto periodo, però, è pane per i suoi denti e rischia di vincere la partita con alcune triple davvero clamorose. La sua unica sfortuna è trovarsi di fronte Steph Curry, ma se riuscisse a trovare un po’ più di continuità riuscirebbe a fare l’ultimo e definitivo salto di qualità. Chiude comunque con 36 punti e 10 assist.
CJ McCOLLUM: 6,5. Anche lui come Lillard pecca di continuità, ma se Portland se la gioca fino alla fine i merito è sicuramente anche suo. Si eclissa un po’ nell’overtime, non andando tuttavia ad intaccare una prestazione tutto sommato sufficiente.
AL FAROUQ AMINU: 7. Uno dei migliori in casa Trail Blazers: 18 punti e 13 rimbalzi di sostanza, con qualche tripla in momenti topici della partita. Se Portland vuole avere qualche possibilità di rimonta i suoi punti servono come il pane in aggiunta a quelli di Lillard e McCollum.
MAURICE HARKLESS: 5. Parte bene, salvo spegnersi quasi subito, dovendo lasciare campo e minuti ad un Crabbe molto più in palla di lui.
MASON PLUMLEE: 6,5. Se riuscisse a limitare le palle perse sarebbe un giocatore quasi perfetto. Difende, segna, passa la palla in maniera sublime e non ha paura nei momenti in cui la palla scotta: i 4 punti segnati tra la fine dei regolamentari e l’inizio del supplementare ne sono la dimostrazione. Doppia-doppia di “ordinaria amministrazione” con 12 punti e 15 rimbalzi.
ALLENN CRABBE: 6,5. Dalla panchina porta punti ed energia nei momenti di difficoltà dei Trail Blazers, risultando una manna dal cielo nel terzo quarto, quando Lillard e McCollum faticano oltremisura.