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TORONTO RAPTORS
DeMarre Carroll: 6.5. Finalmente più nel vivo del gioco rispetto alle ultime uscite, per lunghi tratti prende in mano la squadra stante le assenze ingiustificate di Lowry e DeRozan portando anche il solito contributo difensivo. Forse, vista la buona vena e le difficoltà altrui, poteva osare anche di più.
Patrick Patterson: 5.5. Dà equilibrio, difende forte e allarga il campo, ma in 40 minuti si vede pochino e anche lui è un po’ impreciso al tiro (3/8, 1/4 da 3).
Bismack Byiombo: 7. Doppia doppia con 13 sia nella casella punti che in quella dei rimbalzi, pur con tutti i suoi limiti approfitta dell’assenza di un centro vero per gli avversari per fare il bello e il cattivo tempo in area. Vero lottatore e grande cuore, è anche impeccabile dalla lunetta in 5 tentativi, non esattamente la specialità della casa. Certo che se il migliore in campo dei Raptors è lui, con tutto il rispetto del mondo…
DeMar DeRozan: 4. Parte con due buoni jumper, chiude con il canestro della speranza dei Raptors nell’overtime: peccato che in mezzo non ci sia nulla più che forzature e tiri sul ferro. Altra serataccia anche ai liberi (1/4), segnale di un problema prima mentale che tecnico; ma in Canada dovrà tornare il vero DeRozan per vincere questa serie.
Kyle Lowry: 4.5. L’ottima prova di gara 3 pare ora un fuoco di paglia, visto che torna subito al suo standard di picconatore di ferri nei playoffs (2/11, 0/6 da tre). Si salva in parte con i 7 rimbalzi e 9 assist, ma lascia orfani i suoi proprio nel momento clou (va be che con questo rendimento forse non è stata poi una tragedia…)
Terrence Ross e Corey Joseph: 7. I migliori insieme a Byiombo, portano punti ed energia dalla panchina sostituendo in parte i dispersi leader del backcourt. Non hanno però la stessa classe e si vede nel finale, in particolare per quanto riguarda Joseph, che monopolizza gli ultimi possessi con risultati modesti.
Norman Powell e Lucas Nogueira: 6. Discreto impatto dalla panchina, almeno ci mettono voglia e intensità.
MIAMI HEAT
Joe Johnson: 6.5. Con questi minutaggi (41 minuti sul parquet) deve gestirsi e non sempre è lucidissimo come è sempre stato in carriera, inoltre continua a litigare con il tiro dall’arco (0/3); ma porta esperienza, equilibrio e punti quando servono alla causa.
Luol Deng: 6.5. Raggiunge la sufficienza piena grazie alla grande mano che dà a rimbalzo in una situazione d’emergenza di big man per Miami (9 carambole catturate), ma è ancora una volta un po’ nascosto. Con lui in campo però Miami è +14 e qualcosa vorrà pur dire.
Amare Stoudamire: 6. Buon impatto in quintetto al posto di Whiteside seppur in pochi minuti. Può tornare utile nella serie.
Dwyane Wade: 8. Ormai pare un uomo in missione. Tira tanto e smazza solo 2 assist, ma finché fa 13/24 può ampiamente permetterselo, visto anche il limitato supporto altrui. Altro trentello da mandare agli annali con tanto di giocate decisive, al livello non eccezionale di questa serie può ancora decidere il risultato quasi da solo nonostante età e acciacchi.
Goran Dragic: 6. Sparacchia ancora (5/16), ma nell’overtime fa forse la giocata più importante della partita assieme al pareggio precedente di Wade con il gioco da 3 punti. Si guadagna così la sufficienza, ma può crescere ampiamente di rendimento.
Justise Winslow: 7. Buonissimo impatto in entrambe le metà campo del rookie, pronto a segnare quando viene chiamato in causa (4/5) e mastino in difesa sui pericolosi esterni avversari. Si era visto già a Duke: la personalità non gli manca di certo.
Josh Richardson, Josh McRoberts, Udonis Haslem: 6. Anche per loro un discreto apporto alla causa dalla panchina, soprattutto il primo, meno i due veterani: senza Whiteside avranno più spazio e possono fare anche meglio.