Los Angeles, Lakers Town e una Dinasty da ricostruire
Credits to bleacherreport.com
Kobe Bryant ha abdicato. Venti stagioni in giallo-viola, cinque titoli ed una legacy che rimarrà scolpita nella storia del gioco e adesso bisogna guardare avanti. Le ultime stagioni sono state a dir poco disastrose e tranne lo sviluppo di un paio di giovani ed il farewell tour di Kobe è stato veramente un periodo buio ad El Segundo. Ma con Bryant se n’è andato anche il suo contratto pesante e questo darà ai Lakers possibilità di sedersi al tavolo dei principali free agent, compreso appunto Durant.
Nonostante le certezze di Shaq c’è tanto da lavorare e la squadra è un cantiere aperto. Clarkson, D’Angelo Russell e Randle sono giovani futuribili ma non compongono, attualmente, un core in grado di competere ad Ovest. La panchina è stata affidata a Luke Walton, passato vincente proprio ad LA e due buonissime stagioni da assistente a Golden State, e questo è un buon punto di partenza.
La grande speranza, dopo una stagione da 17-65 e il secondo peggior record complessivo della Lega, sta tutta in una scelta altissima – con vista sulla prima assoluta – al prossimo draft, ma anche qui non c’è da dormire tranquilli visto che se dovesse cascare oltre la terza posizione passerebbe di diritto a Philadelphia. I Lakers, cap a parte, contano molto su quest’ultima per poterla inserire in una trade per provare ad affiancare a KD un altro giocatore di livello assoluto.
Un eventuale SI’ da parte di Durant alzerebbe, e di molto, le possibilità di poter firmare anche Westbrook un anno più tardi, che non ha mai nascosto l’amore per la città da cui proviene. Il fascino dei Lakers è sempre speciale, così come l’opportunità di ricostruire una legacy degna di Bryant, ma molto dipenderà da quanto Durant crederà in un progetto che, ad oggi, sembra tutt’altro che irresistibile.