Dai Big Three ai… Big Three
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L’era dei Big Three composta da Duncan-Ginobili-Parker forse è davvero finita – dopo 5 titoli e quindici anni sempre ad altissimi livelli – ma San Antonio non sembra risentire minimamente di quello che dovrebbe essere un calo quasi inevitabile.
Infatti dopo l’esplosione totale, dal nulla e inaspettata, di Kawhi Leonard gli Spurs hanno aggiunto un’estate fa un altro All-Star del calibro di LaMarcus Aldridge, oltre ad un roster impeccabile per talento, duttilità e soprattutto profondità, chiudendo la regular season col miglior record di sempre della franchigia (67-15). Ma i nuovi rumors li vedono intenzionati a comporre dei nuovi Big Three firmando Durant.
Anche qui come nel caso dei Warriors si tratterebbe di un fit tecnico pazzesco ma occorrerebbe un sacrificio di alcuni elementi importanti dell’attuale composizione. Considerando scontata la presenza di Leonard e Aldridge nel nuovo monte stipendi ci sarebbe posto solo per uno tra Parker e Green, portando al primo grande dilemma visto che, seppur per motivi diversi, entrambi sono fondamentali per Gregg Popovich, tra l’altro lungamente elogiato dallo stesso Durant.
Inoltre la tanto acclamata panchina andrebbe molto ridimensionata, con Diaw e Patty Mills presumibili sacrificati, oltre ai ritiri quasi certi di Duncan e Ginobili. Certo, West e Marjanovic tornerebbero a cifre ragionevoli e bisogna anche considerare la crescita dei giovani Simmons e Anderson ma non si può neppure pretendere che il fresco vincitore del premio di Executive Of the Year R.C Buford tiri fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro.
Che sia l’ennesimo colpo a sorpresa della leggendaria dinastia texana? Oppure sarà di nuovo Showtime in LA? O la spunterà il Mostro-A-Quattro-Teste-Warriors? C’è di certo che questa potrebbe essere l’estate più importante e lunga della carriera di Kevin Durant e che potrebbe segnare il futuro suo e dell’intera NBA.