GOLDEN STATE WARRIORS
STEPH CURRY: 5. Inizia bene, con 5 punti nei primi due minuti di gioco, ma per il resto del primo tempo sparisce quasi completamente, arrivando all’intervallo con un magro 4/11 al tiro. Nella ripresa prova a caricarsi la squadra sulle spalle, con risultati piuttosto scarsi in un match già ampiamente compromesso.
KLAY THOMPSON: 5,5. Mezzo voto in più rispetto al “fratello” per la difesa, che seppur vada a sprazzi dimostra di poter quantomeno infastidire Westbrook. In attacco non è precisissimo, con diversi errori non da lui, e il +/- finale rischia di essere uno dei peggiori della carriera: -41.
HARRISON BARNES: 5. Difensivamente nulla può contro l’onnipotenza di Durant, ma sbaglia parecchio anche in attacco, dove ci ha abituati diversamente, con pochi canestri ma importanti.
DRAYMOND GREEN: 4. Dal punto di vista tecnico-tattico sbaglia tutto il possibile, dalle letture offensive ai tiri, dalla difesa al posizionamento a rimbalzo (6 punti con 1/9 al tiro e -43 di plus/minus). Ma la bocciatura grave è dovuta anche alla reazione dopo il contatto con Adams che rischia di costargli una squalifica e, con gli Warriors sotto 2-1, potrebbe pesare non poco.
ANDREW BOGUT: 5. La domanda è sempre la stessa: quanto conviene a Kerr partire con l’australiano titolare in questa serie?
PANCHINA WARRIORS: 6. Gli unici a salvarsi in casa Warriors sono i cosiddetti panchinari, le seconde linee che quantomeno nel secondo quarto riescono a tenere botta, prima che Okc scavi, contro i titolari, il solco decisivo. Iguodala ed Ezeli nel secondo quarto portano freschezza, Livingston come sempre fa il suo; non saranno i 50 punti di gara-2, ma la panchina di Golden State è l’ultima colpevole di questa disfatta.
OKLAHOMA CITY THUNDER
RUSSELL WESTBROOK: 8. Inizia andando a sprazzi, con un primo quarto altalenante, ma dal secondo periodo in poi è una forza della natura: 30 punti, 8 rimbalzi, 12 assist e +41 di plus/minus: serve aggiungere altro?
ANDRE ROBERSON: 7,5. Se alla solita fase difensiva inizia ad aggiungere, come nelle ultime gare, una discreta fase offensiva in modo da non essere una tassa da pagare per i Thunder è tutto di guadagnato per Donovan. 13 punti con 3/5 dalla lunga distanza, abbiamo visto di peggio.
KEVIN DURANT: 9. Premiamo lui e non Westbrook con l’MVP di serata per un semplice motivo: lo #0 gioca un buon primo tempo esplodendo nel secondo, a giochi ormai quasi chiusi, mentre KD è un fattore dal primo all’ultimo minuto, con 23 punti segnati nei primi due quarti che permettono ai Thunder di arrivare all’intervallo su un rassicurante +25. L’impressione è che la voglia di un anello aumenti di partita in partita, e di pari passo cresce il suo rendimento. Mostruoso.
SERGE IBAKA: 7,5. In difesa, insieme ad Adams, svolge un ottimo lavoro su Green. In attacco si muove molto bene, prendendo i tiri giusti e segnandoli. Con lui in campo la squadra gira a meraviglia e il plus/minus lo testimonia: +42. In una finale di Conference non male.
STEVEN ADAMS: 6,5. Meno determinante rispetto ad altre uscite, fa comunque il suo finché è in campo. Dopo la “carezza” di Draymond Green ai suoi gioielli di famiglia esce dal match, ma sarà fondamentale nelle prossime gare.
PANCHINA THUNDER: 7. Con un Waiters così Oklahoma rischia di aver trovato veramente il tassello giusto dalla panchina che mancava dai tempi di Harden (che questo non venga letto come un paragone tra i due, ci mancherebbe). L’ex Cavs, insieme a Kanter, è tra gli artefici dello strepitoso terzo quarto dei Thunder.