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Pau Gasol teme Zika, Olimpiadi a rischio

Il fuoriclasse spagnolo esce allo scoperto non nascondendo dubbi e timori sulla situazione in Brasile in vista delle Olimpiadi di Rio: forfait possibile

Pau Gasol non è soltanto un grande giocatore di pallacanestro ma è anche un uomo di spessore che non si è mai sottratto nel trattare nelle sue interviste e uscite pubbliche nel corso della sua carriera anche argomenti che esulino dal basket. Il campione catalano lancia un vero e proprio allarme in vista dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro su cui incombe il virus Zika.

Non più tardi di qualche giorno fa 150 scienziati esperti a livello globale hanno messo in guardia il Comitato Olimpico Internazionale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sui rischi troppo grandi a cui atleti e non sarebbero esposti nel partecipare a una manifestazione di tale portata, lanciando anche una petizione per far rinviare i Giochi Olimpici. Parere negativo sia da parte del CIO sia da parte dell’OMS: entrambi gli enti hanno tranquillizzato tutti dicendo che la situazione è sotto controllo e lo svolgimento delle Olimpiadi non è in discussione.

E’ in discussione tuttavia la salute di tantissime persone, chiunque sia coinvolto nella macchina organizzativa e competitiva dei Giochi, e qualcuno sta facendo più di un semplice pensierino sull’ipotesi di saltare Rio. Tra questi il più esperto dei fratelli Gasol che nei giorni scorsi si è espresso così in un articolo su Marca.

Non sarei per niente sorpreso nel vedere atleti che decideranno di non andare a Rio per tutelare la propria salute e quella dei loro familiari. Ci sto pensando anch’io, sono sincero: penso sia normale, credo che ogni persona con un minimo di sale in zucca dovrebbe almeno prendere in considerazione questo scenario. Tanti degli atleti che saranno impegnati vorranno avere dei figli in futuro e questo virus colpisce soprattutto le donne in gravidanza causando danni neurologici e possibili malformazioni al feto: è giusto che tutti ci pensino, la salute viene prima di tutto. Credo sia necessario che il CIO e l’OMS espongano un quadro chiaro su tutti i possibili rischi per gli atleti, così che questi ultimi possano decidere in maniera razionale. Dobbiamo capire la gravità del problema, non penso siamo abbastanza informati al momento. Io mi ritengo una persona responsabile e valuterò con attenzione la situazione, dopodiché sceglierò quello che è meglio per me e la mia famiglia.

Un monito duro ma chiaro allo stesso tempo quello di Gasol, che lascia intendere di essere solo l’esponente di una fronda ben più numerosa di atleti rimasti finora silenti. Pau vorrebbe conquistare la sua terza medaglia olimpica dopo gli argenti di Pechino 2008 e Londra 2012, Zika permettendo.

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