La stagione 2015-16 non è stata particolarmente positiva per i Chicago Bulls (prima postseason mancata dal 2008) e ancora peggio – probabilmente – è stata per l’ex-centro titolare, Joakim Noah. Perso il posto in quintetto, ha anche dovuto uscire presto dai giochi per un infortunio alla spalla sinistra. Nelle sole 29 partite che ha disputato, Noah ha tenuto la media punti più bassa della sua carriera NBA (4,28), ha ottenuto la seconda media di minuti in campo più bassa (21,9, dopo l’anno da rookie a 20,7) e ha catturato 8,79 rimbalzi a partita (media rispettabilissima, visto anche il minutaggio, ma solo terzultima fra le annate della sua carriera).
Noah quest’estate diventerà unrestricted free agent per la prima volta in carriera. Si prospetta aria nuova per il franco-statunitense. Queste le parole del giocatore, rilasciate a Sportando.com in occasione dell’Adidas Eurocamp di Treviso.
Sono concentrato sulla free agency. Ho passato 10 anni a Chicago. Ci sono stati momenti belli e brutti, ma adesso ho un’incredibile opportunità per la mia carriera [La free agency, ndr]. Si tratta di qualcosa di nuovo per me e di molto interessante per un giocatore. Voglio prendere in considerazione tutte le proposte.
Noah ha indicato la restrizione del minutaggio come principale difficoltà nell’affrontare il cambio in panchina da Coach Tom Thibodeau a Fred Hoiberg.
Alcune indiscrezioni, riportate invece da theScore.com, sottolineano che Noah avrebbe già salutato i compagni di Chicago, dicendo loro che non tornerà ai Bulls per mancanza di fiducia nel front office. Front office che, invece, avrebbe fra le priorità quella di rifirmare proprio Joakim Noah. Solo due anni fa, ricordiamo, Noah vinse il premio di Difensore dell’anno e giunse quarto nelle votazioni per il MVP.
Ultima nota di colore: trovandosi in Europa, Noah – per guardare le Finals – deve cimentarsi in levatacce alle 3 di notte. Tanto note agli appassionati italiani, quanto ormai dimenticate dal figlio del celebre tennista Yannick Noah.