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Marco Belinelli alla corte di MJ: “Sono carico per la nuova stagione”

A Roma, ai margini dell’evento “Programma per il futuro”, abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Marco Belinelli.

Questa mattina, presso l’Istituto Comprensivo di Via Poseidone a Roma, si è svolta la presentazione di “Programma per il futuro“, progetto che ha l’obiettivo di promuovere l’insegnamento del pensiero computazionale all’interno delle scuole.

L’evento, già interessante di per sé, è stato arricchito dalla presenza di un testimonial d’eccezione: Marco Belinelli. Il nativo di San Giovanni in Persiceto (BO) infatti sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza in Italia prima di tornare negli Stati Uniti per iniziare la nuova avventura con gli Charlotte Hornets.

Al termine della presentazione del progetto abbiamo avuto la possibilità di fare quattro chiacchiere con Marco. Le domande hanno riguardato inizialmente il mondo NBA e in particolare gli Hornets.

Quali sono le tue aspettative a livello di squadra per la prossima stagione, considerando che Charlotte lo scorso anno è stata eliminata al primo turno dei playoff al termine di una battaglia di 7 gare con i Miami Heat. 

Sono molto contento e carico per questa avventura. Può sembrare una frase fatta ma non lo è. Questa volta lo dico davvero con il cuore proprio perché lo scorso anno a Sacramento non è stato positivo sotto tutti i punti di vista. Voglio far bene con Charlotte, che l’anno scorso in regular season ha vinto quasi 50 partite e ha dato del filo da torcere a Miami, che era una squadra molto competitiva. L’obiettivo di questa stagione è arrivare a tutti i costi ai Playoff e cercare di migliorare il risultato dell’anno scorso. 

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Hai avuto modo di parlare con Coach Clifford e con gli altri membri della squadra? Cosa ti hanno detto?

Sì, ho già parlato con l’allenatore e con alcuni compagni. C’è molto interesse da parte loro nei miei confronti e questo mi fa piacere. Già lo scorso anno avevano provato a prendermi ma non eravamo riusciti a trovare una soluzione. Penso che questa possa essere una stagione davvero importante. Ho parlato con Batum per telefono e con Clifford quando mi è venuto a trovare qualche settimana fa a Miami. Mi hanno detto che Charlotte è una squadra giovane, che si allena bene e che ha molta voglia di crescere. Nel corso dell’estate ci sono stati dei cambiamenti nel roster, quindi bisognerà vedere come si integreranno i nuovi. Credo che Charlotte possa davvero rivestire il ruolo di squadra rivelazione. 

Sappiamo che hai parlato anche con Michael Jordan. Che sensazione hai provato? 

La prima volta che l’ho sentito è stata quando la trattativa con Charlotte si è chiusa. Poi mi ha chiamato anche quest’estate quando in nazionale mi sono infortunato allo zigomo. Voleva sapere come stavo e se fosse necessaria un’operazione chirurgica. È bellissimo parlare con lui e mi darà una carica ulteriore per fare bene quest’anno. 

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Hai giocato con playmaker tecnicamente molto diversi tra loro: Chris Paul, Tony Parker, Rondo…Chi preferisci?

Ho avuto la fortuna di giocare con molti playmaker di alto livello. Chris Paul è stato importantissimo perché a New Orleans mi ha trasmesso la fiducia necessaria per diventare un giocatore NBA. Tony è un giocatore incredibile, un vincente, uno che gioca sempre bene le partite decisive. Anche Rondo è  fortissimo; purtroppo l’ultima stagione non è stata positiva neanche per lui, come per me. 

Cosa pensi dell’introduzione di Shaq, Iverson e Yao nella Hall of Fame?

Su Shaq non c’è bisogno di dire nulla. È stato un giocatore e un personaggio pazzesco. Per quanto riguarda Iverson, mi piaceva davvero tanto. Aveva un fisico normale e un cuore enorme. È riuscito a trascinare Philadelphia alle Finals… Veramente incredibile. E Yao è stato un giocatore completamente diverso da tutti gli altri. Ci ho giocato una volta contro con la nazionale; lo marcava Mason Rocca… Un 2.28 con una tecnica incredibile, che tirava anche dall’arco. Tutti e tre hanno meritato questo riconoscimento. 

L’attenzione poi si è spostata sul basket italiano e Marco ha cercato di analizzare le problematiche della nazionale e del movimento in generale.

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Un pensiero sulla mancata partecipazione alle Olimpiadi?

C’è ancora grande amarezza per il risultato del Preolimpico. Ho fatto fatica a dormire per una settimana dopo la partita con la Croazia… Io ci credevo veramente tanto. Ho sempre dimostrato l’affetto che provo per la nazionale italiana. Dobbiamo migliorare come squadra e non ripetere i soliti errori. È inutile dare la colpa a qualcuno in particolare, non abbiamo il tempo di demoralizzarci. Siamo già concentrati sull’Europeo del prossimo anno.

Roma ha rischiato seriamente di non iscriversi al campionato. Ora ha due squadre in A2. Prima ci sono stati i casi di Siena, Bologna, Treviso, Napoli e così via. Cosa bisognerebbe fare per dare un minimo di serenità e credibilità al movimento della pallacanestro italiana? 

Negli ultimi 8-9 anni il basket da noi è calato sotto tutti i punti di vista. Vivendo in America è complicato seguire in prima persona certe dinamiche. Io sono stato fortunato a vivere gli ultimi anni competitivi del basket italiano. C’è addirittura chi dice che il campionato di A2 ormai sia più interessante del campionato di A1. Una cosa che ritengo inaccettabile è che soltanto una squadra possa essere promossa dall’A2 all’A1. A livello di sponsor e di pubblicità c’è poco interesse per il basket. Mi piacerebbe vedere più investimenti sul basket piuttosto che sempre per il calcio. 

Cosa pensi della candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024?

Ne sarei entusiasta. Già questa estate con Gallinari abbiamo espresso il nostro supporto a questa grande possibilità. Sarebbe un’emozione grandissima.

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