A questo proposito bisogna dire che i Chicago Bulls che si presentano ai nastri di partenza della stagione 2016/2017 sono profondamente diversi rispetto a quelli che avevano iniziato quella 2015/2016. Ci sono stati numerosi cambiamenti in estate, in primis la partenza di giocatori che hanno rappresentato lo zoccolo duro dei Bulls delle ultime stagioni: Derrick Rose e Joakim Noah (entrambi direzione New York).
Riassumendo, comunque:
IN: Rajon Rondo, Dwyane Wade, Spencer Dinwiddie, Isiah Canaan, Denzel Valentine, Jerian Grant, Robin Lopez.
OUT: Aaron Brooks, Mike Dunleavy, Pau Gasol, E’Twaun Moore, Derrick Rose, Joakim Noah.
Se il mercato in uscita, quindi, è stato piuttosto sorprendente, lo stesso si può dire anche per quello in entrata. Il vero e proprio colpaccio la dirigenza lo ha fatto riportando a casa un giocatore che era sempre stato legato alla stessa franchigia: Dwyane Wade. L’ex Miami Heat, nonostante l’età, ha dimostrato lo scorso anno di poter fare ancora la differenza soprattutto ai playoff, quando ha trascinato quasi da solo Miami a gara-7 contro i Toronto Raptors. Non solo Flash però: nella Windy City è arrivato anche Rajon Rondo, reduce dalle non felicissime esperienze a Sacramento e Dallas e pronto a rimettersi in gioco per quella che potrebbe essere la sua ultima vera occasione per tornare quello di un tempo.
Sebbene il quintetto sia intrigante e abbia buone possibilità di fare bene, cosa salta subito all’occhio è l’assenza di specialisti nel tiro dalla lunga distanza, con Rondo e Wade che sono molto ondivaghi da questo punto di vista e Butler che non può essere definito un esperto (31% l’anno scorso, 32% in carriera). L’ultimo tassello è arrivato con Robin Lopez, sostituto di quel Pau Gasol accasatosi agli Spurs. L’ex Knicks e Blazers porterà una dimensione prettamente difensiva alla squadra, limitandosi al minimo indispensabile in fase offensiva. Le seconde linee, infine, guidate da un Mirotic che dovrà prendersi parecchie responsabilità, non sembrano irresistibili, con i Bulls che confidano nella crescita del cestista spagnolo e di Bobby Portis per poter avere un contributo importante dalla panchina.