Tutto lo swag di Hassan (credits to todaysfastbreak.com)
36°: HASSAN WHITESIDE
Domenica 25 gennaio 2015, Hassan Whiteside è entrato nelle rotazioni dei Miami Heat da meno di un mese. Al termine di un incontro con i Chicago Bulls in cui, partendo dalla panchina, chiude con una tripla doppia da 14 punti, 13 rimbalzi e 12 stoppate, il centro originario della Carolina del Nord rilascia, candidamente, queste dichiarazioni:
Sto solo cercando di alzare la mia valutazione su NBA 2K.
Beh, missione compiuta, caro Hassan. In seguito a quella roboante prestazione contro i Bulls, i creatori della popolare simulazione cestistica non hanno potuto far altro che alzare (a “77” subito dopo la partita , poi all’attuale “85”) il rating di Whiteside all’interno del videogioco. Ma il centrone di Miami non si è fermato lì.
Whiteside, in un 2015-2016 avaro di soddisfazioni per degli Heat che hanno perso prima Bosh per la nota questione dei coaguli di sangue e poi Wade nella free-agency, è entrato di peso (termine appropriato, considerando i suoi 120 kg di mole) nella top-5 dei centri NBA. In buona parte grazie a un lavoro difensivo semplicemente straordinario: primo nella Lega per stoppate, con enorme distacco sul secondo (3.68 contro le 2.30 di DeAndre Jordan), terzo per rimbalzi, ottavo per PER davanti a gente come James Harden e Anthony Davis.
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E ora? Ora “Count Blockula” si candida a diventare pure la prima opzione offensiva dei nuovi Miami Heat. Privi di superstar, è vero, ma pronti a contare su un centrone old-school sbarcato sul pianeta NBA direttamente da un videogioco.
Paul Millsap pensieroso (credits to orlandosentinel.com)
35°: PAUL MILLSAP
Il gemello del gol (del canestro, meglio) Al Horford se n’è andato, ma il vecchio, ruvido, Zio Paul è pronto a dar battaglia anche in questo 2016-2017. Pure lui vicino a lasciare la Georgia, con gli Hawks mai così sul baratro della rifondazione, ha deciso di restare per formare un (diversamente) dinamico duo con (l’ex?) Superman-Dwight Howard, tornato nella natia Atlanta in cerca dell’ennesima occasione di rilancio.
Millsap, dal canto suo, ci metterà il solito gioco all-around che non invecchia, sviluppato in anni e anni di militanza NBA “fuori dai radar”. La scorsa stagione, a 30 anni compiuti, ha fatto registrare le migliori stats in carriera: 17.1 punti, 9 rimbalzi, 3.3 assist, 1.8 rubate e 1.7 stoppate, con il 51% dal campo.
Ai playoff, nondimeno, l’ala degli Hawks ha dimostrato ancora una volta di soffrire i lunghi più alti e/o atletici (vedi l’accoppiata infernale dei Cavs Tristan Thompson-LeBron James). L’apporto di Howard, da questo punto di vista, giungerà quanto mai gradito. Gli Hawks di Budenholzer, con la partenza combinata dell’asse play-centro titolare della scorsa regular season (Jeff Teague, oltre al più volte menzionato Superman), paiono indeboliti. Millsap, su questo non c’è dubbio, farà la sua parte. Questa volta, pienamente, sotto i radar NBA.
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