Il passaggio da giocatore ad allenatore è stato quasi automatico per Jason Kidd, dato che già predicava e insegnava pallacanestro quando scendeva in campo e confezionava triple doppie su triple doppie in faccia ai malcapitati avversari. Nel corso della sua breve carriera da capo-allenatore NBA l’ex-New Jersey Nets ha sempre dimostrato di saper lavorare molto bene con i giovani talenti e di non aver il benché minimo timore di farli giocare con una certa continuità.
Kidd ha a disposizione un roster composto da giocatori dotati di mezzi fisici eccezionali, che gli permettono di schierare in campo sempre quintetti diversi. Grazie alla versatilità di Antetokounmpo, Parker, Carter-Williams, Teletovic e dello sfortunato Middleton, Jason Kidd ha utilizzato e continuerà ad utilizzare un sistema difensivo basato sui cambi sistematici, dato che molti dei suoi giocatori hanno la taglia e la velocità di piedi necessaria per poter marcare diversi ruoli.
L’innesto di Dellavedova, inoltre, aggiunge quella dose di cattiveria agonistica necessaria per contenere le penetrazioni degli esterni avversari e non esporre eccessivamente il centro Greg Monroe, non esattamente il classico rim-protector. L’assenza di un vero playmaker di ruolo, però, è un problema non di poco conto e Kidd dovrà essere bravo a trovare soluzioni alternative per rendere efficiente un attacco che lo scorso anno è stato appena il 25esimo della Lega, con 99 punti segnati di media di squadra.
Con il livello della Eastern Conference che, dietro i campioni in carica Cleveland Cavaliers, si è mediamente alzato, la stagione dei Milwaukee Bucks non si preannuncia affatto semplice. Cavs e Raptors sembrano troppo superiori e l’impressione è che i ragazzi di coach Kidd battaglieranno con squadre come Atlanta Hawks, Boston Celtics, Indiana Pacers e Chicago Bulls .per un buon piazzamento in vista dei playoff.