Westbrook è il favorito secondo i bookmakers, Curry il campione in carica, Paul George – dopo il completo recupero – la possibile sorpresa. Eppure quando si parla di MVP, non si può non pensare al giocatore più forte del pianeta, a quel LeBron James che, non a caso, nell’annuale e immancabile appuntamento dell’NBA Survey, è stato indicato dai GM delle 30 franchigie come il probabile futuro vincitore del premio individuale più ambito della lega( sarebbe il quinto per lui, come Bill Russell e Michael Jordan, uno in meno di Kareem Abdul-Jabbar).
Tuttavia, una volta intervistato sull’argomento, il nativo di Akron ha rilasciato dichiarazioni da vero leader, molto più che da “prima donna” in cerca di gloria personale:
“Non ho mai iniziato una stagione dicendo ‘voglio vincere l’MVP’, ma dicendo ‘voglio vincere l’MVP per la mia squadra’, e in questo modo è successo che io ne abbia vinti quattro. Perciò sono stato a disposizione per la maggior parte delle partite, ogni sera, su entrambi i lati del campo. Sono sempre stato sano.”
E ancora:
“Il semplice fatto che io sia stato in grado di vincere quattro MVP è stato un onore e un premio per i traguardi che sono riuscito a raggiungere nella mia carriera, ma la cosa più importante è sempre stata quella di riuscire ad essere sul parquet con i miei compagni. Perciò sarebbe fantastico riuscire a vincerne un altro facendo ciò che devo fare per aiutare questa squadra. Perché bisogna vincere per ottenere l’MVP. Non importa quanto siano straordinari i tuoi numeri individuali o quanto lo sia il tuo gioco, la tua squadra deve vincere, e io ho sempre fatto parte di squadre vincenti”.
Infine, alla domanda sul suo ridotto minutaggio nell’ultima stagione( 35.6 minuti a partita, career low per lui) e sulle possibilità che questo possa influire sulla sua corsa per l’MVP, la risposta è decisa:
“No. Steph ha giocato 31 minuti e ha vinto l’MVP”.