La sfida della notte era quella tra Westbrook e Durant, uno scontro personale che dopo quanto accaduto negli ultimi mesi, non necessita neanche di presentazioni o spiegazioni di sorta.
Mettiamo subito in chiaro le cose: lo ha vinto Durant. Anzi, stravinto, dominando una gara su entrambi i lati del campo e segnando tutto ciò che gli passava per le mani. Il primo tempo più bello della sua carriera dai tempi di quello che giocò proprio contro gli Warriors un paio di anni fa (30 punti in 20 minuti, poi costretto ad uscire a causa di un infortunio).
Che non fosse una partita normale per i due lo si è capito all’arrivo delle squadre al palazzetto, in particolare con quello di Westbrook.
Russ ben conosce la passione di KD per la fotografia e la pettorina non può che essere un messaggio da recapitare al solo bersaglio: LUI.
Scesi sul parquet, poi, la sfida è stata elettrizzante (almeno fino a quando c’è stata partita). Wess ha iniziato a martellare il ferro con una frequenza se possibile superiore rispetto al solito e beccando anche la prima mannaiata da parte di KD al primo contatto diretto in campo.
Gli acuti in casa Thunder sono arrivati tutti nel primo quarto (quando la partita la conduceva OKC), prima a difesa del proprio ferro con Westbrook a stoppare Steph Curry…
… e poi con Grant che, appena arrivato da Philadelphia, ha giustamente optato per il modo più rapido ed efficace per conquistare il consenso della squadra: SCHIACCIARE SULLA TESTA DI KD!
A quel punto Durant ha davvero messo le marce alte, realizzando 15 dei 19 punti di parziale che hanno portato da -6 a +8 gli Warriors a cavallo dei primi due quarti, dando il via alla fuga che ha segnato il risultato della gara.
L’apice dello scontro fisico? La doppia stoppata nel giro di pochi secondi: prima Westbrook ferma il numero 35 che pochi istanti dopo si riprende la rivincita a protezione del proprio ferro.
Alla fine per KD sono 39 punti, 7 triple (record personale eguagliato), 7 rimbalzi ed una prestazione da stropicciarsi gli occhi. Una vittoria da sottolineare con il punto esclamativo (in un secondo tempo per lo più guardato dalla panchina).
1-0. Ma di certo non finisce qua.