Non capita tutti i giorni di sentire un giocatore autoproclamarsi uno dei migliori della NBA. Beh, oggi è uno di quei giorni, ed è Draymond Green che, intervistato da Chris Haynes di ESPN, si è definito come uno dei migliori giocatori che la NBA ha da offrire.
Ecco l’intervista completa:
Penso di essere uno dei migliori giocatori della NBA. Questo vuol dire che segnerò 30 punti ogni sera? Assolutamente no. Ma non ho detto di essere uno dei migliori marcatori. Credo di essere uno dei migliori giocatori, e credo che ognuno debba crederlo di sé stesso. Penso che se tu non ci credi, stai sbagliando qualcosa, e ti stai privando della possibilità di esserlo effettivamente. Non intendo dire “Sono sono uno dei migliori. Sono meglio di Steph, sono meglio di KD”. Quello non sono io. Semplicemente quando riguardo le partite mi sento così.
È sicuramente vero che Green non è uno dei marcatori più prolifici, e lo è altrettanto che i tabellini di Green non sono sempre eccellenti, ma quando il gioco si sposta nella metà campo difensiva è difficile trovare giocatori con la stessa intensità e capacità difensiva del numero 23. A riprova di questo vi basti un numero su tutti: durante la scorsa stagione da 73 vittorie, i Warriors hanno concesso ben 12 punti in più su 100 possessi quando Draymond Green sedeva in panchina.
Continuando l’intervista Green dimostra anche di aver ben presente il suo ruolo nella squadra, e di essere perfettamente consapevole dei compagni che lo circondano:
Sicuramente evito qualche tiro, ma credo sia solo conoscenza del basket. Se sei libero e KD è libero, una persona furba passa la palla a lui e lo lascia tirare. Se sei libero e Steph è libero, una persona con un minimo di senso passa la palla a lui e lo lascia tirare. Se sei libero e Klay è libero, una persona con un minimo di attività celebrale passa la palla a lui e lo lascia tirare. Questo è semplicemente il modo in cui io gioco a basket.
Durante questo inizio di stagione i numeri di Green parlano di una diminuzione dei punti per partita rispetto al 2015-2016 (da 14 a 11) ma anche di un miglioramento di tutte le altre statistiche, tra cui spiccano i rimbalzi, per ora 10 a partita.
L’unica cosa per cui non voglio sacrificarmi sono i rimbalzi. Per tutto il resto sono disposto a sacrificarmi. Non voglio sacrificare i rimbalzi perchè sono sinonimo di sforzo, di voglia di conquistare la palla, sono il tagliare fuori, sono tutte le cose in cui credo. Ma per tutto il resto ero già pronto a sacrificarmi prima che iniziasse la stagione.