Tra le quattordici partite giocate nella notte si affrontavano le due squadre col peggior record della Lega, Phoenix e Philadelphia. I Suns venivano da quattro sconfitte consecutive, comprese le ultime due casalinghe contro San Antonio e Houston, e con 8-21 di record sono il fanalino di coda della Western Conference; dall’altra parte Philadelphia aveva vinto le due ultime trasferte (New Orleans e Detroit) ed era in cerca di conferme, soprattutto dalla coppia Okafor-Embiid, ancora insieme nello starting-five di Brett Brown. Tutto pronto per la palla a due.
Il livello tecnico delle due squadre rispecchia il loro record, ma questo non impedisce i (pochi per verità) tifosi di casa di vedersi giocate tecnicamente superiori dalle giovani stelle in campo. Ad un movimento in post clamoroso di Embiid per iniziare la partita rispondevano i lampi di talento cristallino di Booker, o l’atletismo di Bledsoe. I Suns hanno da poco ritrovato TJ Warren e, nonostante sia l’ennesimo giocatore da hero ball in una squadra che invece avrebbe bisogno di maggior fluidità offensiva, questo aiuta a togliere un po’ di pressione dalle spalle delle guardie dei Suns, che giocheranno una buona partita.
Il livello difensivo di entrambe è decisamente carente. Coach Brown nel post-partita si dirà soddisfatto dell’aver tolto a Phoenix la transizione offensiva e per i primi tre quarti ha funzionato veramente. Senza possibilità di poter correre, soprattutto dopo il rimbalzo, i Suns cercavano spesso il mis-match con Sergio Rodriguez o ancora più spesso una soluzione estemporanea di Bledsoe. Philadelphia dall’altra parte puniva con costanza le (molte) disattenzioni della difesa di Phoenix finendo avanti il primo tempo col punteggio di 66-53.
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Nella ripresa i Suns ci hanno messo più intensità e grazie anche ad un calo Sixers riuscivano a recuperare lo strappo grazie a tre triple consecutive di Chriss, Tucker e Booker. Il ventenne da Kentucky guiderà la rimonta dei padroni di casa chiudendo una buonissima prestazione da 23 punti 6 rimbalzi e 6 assist (nonostante le solite dimenticanze difensive). Philadelphia, oltre all’ennesima prestazione monstre di Embiid da 27 punti in 28 minuti (con due stoppate che hanno fatto tremare il palazzo), è una squadra ancora troppo fragile e che non sembra aver trovato le giuste risposte neanche per quanto riguarda le rotazioni, con Noel che ha chiuso un’altra partita sotto i dieci minuti di utilizzo.
Alla fine vincono i Suns per 123-116 nonostante gli errori ai liberi di Bledsoe nel finale fanno venire il magone ai (ancora meno) tifosi rimasti nell’Arena. Nel post partita c’è un clima sereno nello spogliatoio di Phoenix: è tornata la vittoria, si festeggia con i bambini con Alan Willams primo attore protagonista. Adesso c’è il giorno di riposo, è Natale. Anche in NBA.