I New York Knickerbockers, comunemente con il nome contratto di Knicks, furono i primi a colonizzare da un punto di vista cestistico l’area metropolitana della Grande Mela, già nel lontano 1946 nella BAA, l’antenata dell’odierna NBA.
Gli attuali Brooklyn Nets nacquero invece vent’anni dopo per diventare una franchigia della ABA, la lega rivale della National Basketball Association, e furono subito scintille: la nuova franchigia infatti avrebbe dovuto chiamarsi New York Americans e giocare anch’essa a Manhattan, alla 69th Regiment Armory Arena, ma i Knicks rioccuparono l’arena pochi mesi prima della opening night ABA, costringendo i neonati cugini a giocare nel vicino New Jersey col nome di Nets, mantenendo però la denominazione geografica di New York. Quando dieci anni dopo, nel 1976, i Nets, che nel frattempo erano tornati anche a giocare a New York, confluirono nella NBA, i Knicks pretesero che la nuova franchigia pagasse loro una tassa di 4.8 milioni di dollari come risarcimento per aver “invaso” il loro territorio di competenza.
La tassa, astronomica per gli standard del tempo, costrinse i Nets a cedere la loro stella Julius Erving a Philadelphia per far fronte alla spesa. Ma non era ancora finita, perché quando la franchigia, solamente un anno dopo, decise di abbandonare New York per stabilirsi definitivamente nel New Jersey e assumerne il nome, i Knicks pretesero un altro tributo di 4 milioni per aver violato i loro diritti di esclusiva nello stato. I poveri Nets, ultimi campioni ABA nel 1976, senza Doctor J e con le casse prosciugate caddero in una mediocrità che, a parte alcune parentesi, non vuole ancora saperne di abbandonarli…
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