Vogliamo ora focalizzarci su alcuni ragazzi che, con ogni probabilità, saranno protagonisti di questo torneo e, in un futuro prossimo, dell’NBA: preme innanzitutto sottolineare che Markelle Fultz, probabile prima scelta del prossimo Draft, come avvenne l’anno scorso per Ben Simmons, non prenderà parte al “Big Dance” visti gli scarsi risultati ottenuti in stagione dagli Huskies della University of Washington; Fultz,che in stagione ha viaggiato ad una media di 23.2 punti, 5.7 rimbalzi e 5.9 assist, sarà quindi il grande assente di una manifestazione che vedrà sfidarsi numerosi talenti in rampa di lancio per il professionismo ed alcuni “idoli” dei college di medio piccola grandezza, in alcuni casi vere icone di questo strepitoso spettacolo cestistico.
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La stagione regolare ed i successivi tornei di Conference hanno visto emergere con prepotenza alcuni giocatori che,alle porte del torneo, sono ormai stabilmente considerati l’elite della pallacanestro collegiale e saranno loro i trascinatori dei rispettivi atenei nella rincorsa alla finale del 3 aprile: parliamo di Frank Mason III (Kansas) , Josh Hart (Villanova), Caleb Swanigan (Purdue), Lonzo Ball (UCLA), Justin Jackson (North Carolina), Dillon Brooks (Oregon), Malik Monk (Kentucky), Johnathan Motley (Baylor), Josh Jackson (Kansas) e Luke Kennard (Duke). Ball, nonostante sia un Freshman, ha saputo dimostrare sin da subito il suo talento all-around ( 14.6 punti, 6.1 rimbalzi, 7.7 assist di media), riportando UCLA tra le favorite d’obbligo della March Madness, ben coadiuvato da un altro giocatore da seguire con attenzione come TJ Leaf: oltre che in questo torneo il ragazzo dei Bruins sarà uno dei protagonisti indiscussi del prossimo Draft, dove è possibile, qualora autore di un gran competizione, che riesca a farsi preferire a Fultz; anche Monk e Jackson, al pari di Ball, sono dei primo anno passibili di essere selezionati con una scelta alta al prossimo Draft ed entrambi hanno legittime ambizioni di vittoria in questo torneo. Monk ha saputo caricarsi in diverse occasioni il peso dell’attacco di Coach Calipari che quest’anno, al pari della Duke di Coach K e Kennard, sembra non partire coi massimi favori del pronostico, causa l’ormai consolidata pratica di reclutare un gran quantitativo di ragazzi dallo smisurato talento ma ancora piuttosto acerbi per poter infastidire atenei di minor talento ma maggiore esperienza; esperienza che certo non manca al Senior Frank Mason, forse il miglior giocatore in assoluto di questa stagione che, con la vivacità e la freschezza del già citato Josh Jackson, può davvero sperare di sollevare il trofeo che manca ormai da 9 anni nella bacheca dei Kansas Jayhawks di Coach Bill Self.