Steve Kerr ha dichiarato che, se un’eventuale nuova formula della regular season prevedesse meno partite, sarebbe pronto anche ad abbassarsi lo stipendio.
“Non sarei contrario (ad accorciare la regular season, ndr) anche a spese del mio stesso stipendio, ma tutti dovrebbero essere d’accordo. Anche solo accorciare la regular season a 75 partite sarebbe un cambiamento importante. Ma non credo succederà essendoci così tanti soldi sul tavolo“.
La questione dei soldi delle televisioni è ciò che rende praticamente impossibile cambiare lo schedule della regular season. Sabato sera i Cavs hanno fatto riposare i loro big three nella partita contro i Clippers, match che era trasmesso su ABC nell’evento NBA Saturday Night. Il quale rientra nel contratto stipulato dall’NBA con ESPN, ABC e Turner Sports che prevede un entrata di 24 miliardi di dollari nelle casse della Lega nei prossimi 9 anni.
Con così tanti soldi che girano capiamo di essere arrivati al punto che le squadre non possono più decidere per loro stesse e per la salute dei propri giocatori, essendo le televisioni coì coinvolte nella situazione. In altre parole, sull’asse TV-Lega-Squadre, il rapporto di forze prevede un’influenza forte da parte delle televisioni sulle squadre, data la quantità spropositata di soldi che mettono per trasmettere le partite. Le squadre di questa influenza/pressione vorrebbero infischiarsene. La Lega, quindi Adam Silver funge da intermediario tra i due poli (vedi multa prevista in caso di riposo di alcuni giocatori non comunicato prima della partita).
La situazione rimane molto instabile, bisogna capire se la pressione dei giocatori e degli allenatori riuscirà a vincere il braccio di ferro contro le televisioni, tenendo conto che l’influenza del, tra virgolette, arbitro, chiamato Lega sia molto forte e una sua presa di posizione sancirebbe la vittoria di una o dell’altra probabilmente.