Esattamente un anno fa dedicai al figlio di Melvin due righe. Già allora era l’unico raggio di sole nella tetra valle di mediocrità dalla quale i Suns proprio non riescono ad uscire.
Nella notte appena trascorsa Devin Booker ha segnato 70 punti (record di franchigia) in una sconfitta (la cinquantunesima stagionale) di Phoenix a Boston. A partita già conclusa dal punto di vista del risultato, coach Earl Watson chiama un paio di timeout per spostare un po’ più in alto il richiamo mediatico -far parlare di sé in modo positivo per una squadra così disastrata è acqua nel deserto-. Quello che segue è il racconto di una sera così, tra il sacro e il profano, che anche in NBA non capita tanto spesso.
Is this the greatest league in the world, or what?
I 70 punti del figlio di Melvin sono così assurdi che:
- Qualcuno ha tirato fuori un vecchio regalo di Kobe: Be Legendary.
- E’ il massimo di punti segnati da dopo #Kobe81. Correva l’anno 2006.
- E’ il più giovane giocatore di sempre a segnarne così tanti (20 anni e 145 giorni).
- Ha fatto passare in secondo piano l’ultima barzelletta uscita dall’universo Knicks e la candidatura al prossimo Draft di Mr. Lonzo Ball.
- Ha già un career-high più alto di Jordan, Kareem, Karl Malone, T-Mac, Pistol Pete e ogni altro giocatore in attività.
- Il massimo in carriera con Kentucky fu 19 punti (due volte, una delle quali contro UCLA). Mentre ne metteva 70, i Wildcats hanno eliminato proprio UCLA e lui si è subito complimentato coi suoi fellas, perché è uno modesto.
- L’ex record di punti in una partita nella storia dei Suns? Tom Chambers ne mise 60 contr i Seattle Supersonics, ben 27 anni fa.
- Solo altri cinque giocatori hanno scritto 70 su un unico tabellino: Wilt (sei volte), Kobe, David Thompson, Elgin Baylor e l’Ammiraglio Robinson.
- E’ il nono giocatore con una partita da 50+ punti quest’anno. Record NBA.
- Per Elias Sports Bureau, Devin Booker è il primo nella storia a segnare 70 senza esser mai andato sopra i 40 precedentemente. Ha incrementato il proprio massimo in carriera di ben 31 punti. L’ultimo ad aver aumentato di così tanto il suo career-high? Larry Kenon, che dopo aver segnato 10 punti all’esordio NBA al secondo giro ne mise 41. Stat.
- Potevano essere di più.
- Elgin Baylor era anche il recordman di punti contro i Celtics fino a poche ore fa: segnò 64 il 9 Novembre 1959 vestendo la casacca dei Minneapolis Lakers.
- Ha tirato 22 su 81 (27%) dal campo per 68 punti nelle quattro precedenti partite. Stanotte è esploso come il Krakatoa per 70 (21-40 fg, 4-11 3pt, 24-26 ft).
- A Boston bruciano un casino. E hanno vinto.
- Si sono pure beccati su Instagram.
#BookEm #70
— Kobe Bryant (@kobebryant) March 25, 2017
70 punti. Uno alla volta.
Premessa. I Phoenix Suns allacciano le scarpe al Garden dopo sei sconfitte di fila (nove delle ultime dieci). Il loro tour dell’est li ha visti uscire battuti da Detroit, a Miami e a Brooklyn (!).
1. Devin Booker comincia 0-2 dal campo, due rimbalzi (uno per tabellone) e una palla persa. Segna il primo punto della sua partita dalla lunetta. Un elevator screen ben piazzato da Len costringe il suo marcatore, Jaylen Brown, ad un closeout in emergenza. Devin Booker gli fa annusare la palla con la malizia di un veterano: finta di tiro e liberi assicurati. Mette il primo, sbaglia il secondo.
2 e 3. Appoggia high off the glass due punti che Jaylen Brown (matchup interessante) gli fa sudare. I Suns sono sotto 5-22 dopo circa 8 minuti: non rimonteranno più.
4 e 5. Altri due liberi segnati (83% in stagione).
6 e 7. Un gioco interessante dei Suns. Alan Williams e Derrick Jones Jr. affollano il lato forte, bloccando per Booker. Dudley intasa la linea di penetrazione, ma si apre al momento giusto. Olynyk deve lasciare l’area (Dudley ha il 38,3% da 3 in stagione), Tyler Zeller non ruota: il nostro ne mette due facili.
8, 9 e 10. Isaiah Thomas perde palla, Devin Booker si fa trovare pronto appena oltre l’arco. Un bel passaggio di Dudley lo porta alla prima bomba di serata, in faccia ad Olynyk.
11 e 12. Ulis anticipa il passaggio di Geralrd Green, corre in contropiede. A Devin basta un palleggio, sistema i piedi e rilascia, smooth and fast.
13 e 14. Booker conduce la transizione, sfida Geraldo andando verso destra. Nemmeno l’aiuto di Horford lo intimidisce: appoggia al tabellone una complicata parabola rose e fiori.
15 e 16. That’s an iso: si crea spazio contro Amir Johnson, che tutto sommato è contento di lasciargli un long-two contestato. Booker lo mette. Bravo lui.
17, 18 e 19. Altro gioco interessante: pindown di Len, che occupando tanto spazio costringe Brown ad inseguire Booker. Blocca di nuovo per ritardare l’aiuto di Olynyk. Il floater di Booker è difficile, in disequilibrio. Eppure termina dentro con l’aiuto dell’amico tabellone. Brown arriva in tempo solo per far fallo e regalare un libero al nostro.
Il secondo quarto di Devin termina con tre errori dal campo e un fallo di sfondamento.
20, 21 e 22. Booker attacca deciso il più lento Horford appena ricevuto il passaggio di Ulis. Resiste bene al contatto, segna col fallo. And one.
23 e 24. Un isolamento contro Smart all’altezza dalla linea del tiro libero frutta due liberi. Li segna entrambi.
25, 26 e 27. Si trova ancora spalla a canestro braccato da Smart. Non si fa intimorire nemmeno dall’aiuto di Amir Johnson e Al Horford. Ne segna due di tocco nonostante il fallo di un Marcus Smart destabilizzato. Ovviamente mette il libero.
28, 29, 30 e 31. Due giri in lunetta gli valgono quattro punti. Andiamo avanti che si rischia di fare notte.
32, 33 e 34. Un blocco tanto mastodontico quanto irregolare di Len convince Marcus Smart che il tragitto più breve possibile per contestare una tripla con spazio di Booker comprende una piroetta attorno al #21. Splash.
35 e 36. Derrick Jones Jr. ruba un passaggio molle di Tyler Zeller, lancia in contropiede Devin Booker che al ferro è fermato fallosamente da Smart. 2/2 in lunetta.
37 e 38. Porta sull’isola Smart e gli mette in faccia altri due punti.
39 e 40. Neanche il tempo di piegare le gambe per difendere che Crowder gli regala la palla. Smart neanche prova a difendere il 2 contro 1 e, ormai rassegnato, osserva Devin Booker concludere dolce dolce al ferro per il primo quarantello della sua breve vita.
41 e 42. Chiude il terzo quarto caldo come una stufa. Pick’n’roll altissimo con Jared Dudley, hesitation dribble per creare spazio tra sé ed Olynyk e bel jumper in arretramento.
43, 44 e 45. Terry Rozier gli regala tre punti. Prima un passaggio sconsiderato lo lancia in contropiede, poi un fallo inutile gli regala il libero aggiuntivo. Siamo 90 a 101 e forse i Suns possono ancora sperare.
46 e 47. Stavamo scherzando. Boston piazza un altro mini-parziale e chiude definitivamente la partita quando mancano circa otto minuti. Archiviato il risultato una volta per tutte, c’è spazio per il Devin Show. Due blocchi in fila sulla destra di Dudley e Barbosa permettono a Booker di tirare sulla testa del piccolo Rozier.
48, 49 e 50. Altro tiro, altro giro, altro regalo. Penetrazione dritto per dritto alla massima velocità, Jerebko è un bradipo e nemmeno fa un fallo duro: 2 + 1 a cronometro fermo. La palla si arrampica sul ferro e suona quota 50.
51 e 52. Ok ora Phoenix gioca solo per lui. Isolamento sulla sinistra contro Jaylen Brown, in arretramento appoggia ancora alla parte alta del tabellone per due punti.
53 e 54. Butta giù la testa attaccando una metà campo difesa dal solo, povero Jerebko, al quale non resta che il fallo. Due liberi segnati.
55 e 56. Booker passa tra Alan Williams e Marcus Smart come un bambino tra le gambe dei genitori, T. Zeller dorme, Dudley lo serve bene dal post basso e Booker ne appoggia altri due facili facili.
57, 58 e 59. Al commento si sente gracchiare: “Dovrebbero triplicarlo!” pochi secondi prima di una tripla in sospensione vibrante.
60 e 61. Siamo all’anti-materia cestistica. Gioco a due ben oltre la linea dei tre punti con Dudley, Booker è lanciato a rete ma stavolta la rotazione difensiva di Zeller avviene coi tempi giusti. Viene stoppato dal #44, ma è una sera così e nelle sere così capita che ti ritrovi la palla lì e ne appoggi due al tabellone come se non fosse successo nulla.
62, 63 e 64. Booker ronza attorno ad Alan Williams finché Smart non sbatte contro al #15 viola. L’assist di Ulis troverà Devin smarcato coi piedi oltre l’arco: splaaaash! 64!
A 1:05 il pandemonio: contropiede Suns spinto da Devin Booker, Dudley blocca duro Smart, che non la prende bene. Spintona il veterano di San Diego e gli arbitri sono costretti a fischiare. Devin nel frattempo la manda per aria con una parabola altissima, anche disturbato dalla caduta di Dudley, e segna! Il Garden impazzisce, lui è scocciato perché non vale mica.
65. A 45 secondi dal termine va in lunetta per ritoccare lo score. Ne mette solo uno.
Ora siamo a Phoenix che commette fallo per velocizzare il possesso bostoniano e rimettere il prima possibile la palla in mano a Booker. Ok.
66, 67 e 68. Un fallo inutile almeno quanto questi minuti finali di Isaiah Thomas regala tre liberi a DB1, tutti convertiti.
69 e 70. Anche gli ultimi due punti arrivano dalla lunetta, dopo un fallo di Crowder.
@DevinBook Damn. Don't tell me the league is that easy. Congrats on making history. Can't wait to see how your career unfolds.
— DWade (@DwyaneWade) March 25, 2017
Cosa ci ricorderemo di tutto questo, ovvero della più silenziosa partita ai settanta di sempre?
- Di non guardare al numero di punti in quanto tale, ma al come sono stati segnati.
- Che se ne fai 70 al Garden godi un po’ di più.
- Che Devin Booker è fortissimo.
- E’ una potenziale stella nella Lega. Sta’ ai Suns circondarlo di una squadra solida e ben costruita, con magari al fianco un’altra stella.
Devin Booker says he learned from Kobe Bryant to never set a limit when you're scoring. #MambaMentality
— NBA SKITS (@NBA_Skits) March 25, 2017
Semplicemente, Devin B70ker.