7. Dallas Mavericks – Nerlens Noel
Mandatory Credit: Jerome Miron-USA TODAY Sports
Philadelphia non aveva nessuna intenzione di spendere grandi cifre per rifirmare il suo rookie (ottenuto con la trade al Draft 2013 che portò Jrue Holiday a New Orleans). Ha quindi deciso di offrire Nerlens in “comodato d’uso” per quest’ultima parte di stagione, affinché qualcuno potesse valutare la possibilità di offrirgli un sostanzioso contratto (che reclamerà) nella prossima free agency. Cuban ha voluto fortemente il classe 1994 e, in quanto restricted free agent, ha grandi possibilità di trattenerlo in Texas. Si stima che l’ex Kentucky potrebbe reclamare un contratto sui 90 milioni di dollari (motivo della cessione da parte di Phila): Nerlens non sarà un quattro moderno, con le sue difficoltà nell’aprire il campo considerate le scarsi doti al tiro, ma può tornare utile in una squadra che ha necessariamente bisogno di affiancare/sostituire un insostituibile come Dirk Nowitzki (che resterà in Texas un altro anno). Molte altre squadre però non resteranno a guardare.
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8. Denver Nuggets – Danilo Gallinari
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Scavalcati all’ottavo e ultimo posto playoff disponibile a Ovest dai Blazers dell’ex Nurkic (che non le ha mandate a dire ai suoi ex compagni), i Nuggets passeranno un’estate lontana dai parquet del basket che conta. Poco male, per una squadra che ha scoperto di avere un talento non più sopito in Nikola Jokic ed un core di giovani che possono crescere esponenzialmente se affiancati a figure di spicco, come ad esempio un All-Star. A Danilo Gallinari mancano i requisiti che Denver cerca in un uomo franchigia e se l’ala nostrana deciderà di non esercitare la player option da 16 milioni di dollari che lo terrebbe un altro anno in Colorado difficilmente, malgrado l’ampio spazio salariale, i Nuggets sarebbero intenzionati a rifirmarlo a cifre inevitabilmente superiori. Gallo potrebbe dunque, a questo punto, fare le valigie e cercare una franchigia che gli permetta di arrivare con costanza alla postseason, scelta di lusso da affiancare ad altri due trascinatori. I primi segnali di separazione, dopotutto, erano già arrivati con l’approssimarsi della trade deadline.
PER SAPERNE DI PIU’: L’intervista di Nbareligion.com a Danilo Gallinari
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9. Detroit Pistons – Aron Baynes
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I soldi di Detroit sono stati spesi in maniera piuttosto discutibile e gran parte del salary cap è impegnata dai contrattoni di Drummond, Leuer e Marjanovic. Per trattenere Aron Baynes dunque sarà necessario più di uno sforzo ed il rischio che il 29enne ex Spurs lasci la Motor City è piuttosto tangibile. Grazie agli Early Bird rights Detroit potrà firmarlo ad un massimo di 11 milioni annui. Basteranno? Baynes si è dimostrato un giocatore duttile e interessante, grazie ad un solidissimo jumper dalla media, un’ottima attitudine difensiva e 1.17 punti per possesso (in queste ultime due statistiche fa meglio di Drummond). Per un giocatore che sui 36 minuti viaggia ad una doppia doppia di media Van Gundy vorrebbe fare miracoli, ma potrebbe ritrovarsi a sventolare il classico fazzoletto bianco nel salutare il possente cestista australiano.