Mentre Cleveland seppur con qualche fatica di troppo ha superato i Pacers per 4-0, rifilando l’ennesimo sweep al primo turno all’ennesima squadra davvero poco attrezzata (due anni fa i Celtics, l’anno scorso Detroit), Toronto ha dovuto faticare un bel po’ per sbarazzarsi di Giannis&Co. ― e preparatevi perché entro due anni i Bucks rischiano di diventare una squadra davvero interessante ― ma adesso sono in semifinale. È inutile nascondersi dietro ad un dito: quella contro i Cavs sarà per Toronto lo sparti-acque della loro storia recente. Vista la complicata situazione salariale che li aspetta in estate i Raptors devono sapere di che pasta sono fatti: un’altra eliminazione contro LeBron potrebbe voler dire smantellamento, o quantomeno ridimensionamento. Ma volendo guardare il lato buono, Toronto difficilmente avrà modo di ripresentarsi così organizzata e strutturata ad un appuntamento del genere.
I Raptors hanno un roster molto profondo, forse il più profondo ad Est e possono mettere in campo diverse soluzioni. Come sempre accade quando si hanno tanti giocatori la gestione dei minuti sarà fondamentale, e sarà interessante vedere cosa deciderà di fare coach Casey visto che se è vero che il gruppo che lo ha portato fino qui vede la presenza di DeMarre Carroll e Valanciunas, questa post-season ha detto finora che Toronto è una squadra totalmente diversa quando i due si siedono e in campo vanno Tucker, Patterson e Norman Powell. Quest’ultimo ha girato completamente la serie contro Milwaukee difendendo forte e cacciando nel canestro tutto quello che gli è passato tra le mani.
Inizialmente il quintetto dovrebbe essere quello solito, anche perché grazie alla presenza di Love e Thompson i Raptors possono andare big ma è molto probabile che poi si tornerà ai quintetti con Ibaka da “5” e quattro esterni. Soprattutto quando Cleveland utilizzerà anche lei i quintetti leggeri, fino ad adesso indifendibili da chiunque. Quando infatti in campo ci sono LeBron James, uno tra Love e Frye da centro e tre esterni i Cavs si trasformano in un trita-tutto micidiale. Il campo è troppo largo e troppo lungo per essere coperto e chiunque è in grado di prendersi un tiro o mettere palla per terra. I Cavs hanno otto giocatori sopra il 38% da tre punti (!), sette sopra il 40% (!!) con un Deron Williams finora in versione American Sniper (7-9) che finora è stato un fattore visto il miglior Net Rating di squadra (+12.5 migliore anche di LBJ) e un efficienza offensiva di quasi 130 punti. La point-guard tanto chiesta da James, sta rendendo dividendi.
Come detto molte altre volte durante la stagione, e come anche la serie con Indiana (di gran lunga la peggior squadra di questi playoff) ha dimostrato la squadra di Lue continua ad avere seri problemi difensivi. È la peggiore tra le otto rimaste con un Defensive Rating di 111 punti concessi e Toronto dovrà assolutamente sfruttare questo vantaggio. Sul perimetro Cleveland è spesso posizionata male, o peggio in ritardo e nei playoff sta continuando il trend negativo mostrato in stagione concedendo il 37.6% da oltre l’arco con un preoccupante 72.7% dall’angolo destro (seppur con soli 11 tentativi). I Raptors, che a parte Powell finora da tre non hanno tirato benissimo ― complice anche la difesa asfissiante dei Bucks ― hanno giocatori in grado di punire questa mancanza, come Lowry, Tucker, Patterson o Ibaka.
Tirare bene da fuori sarà fondamentale per Toronto anche per aprire l’area. Cleveland difende mediamente male anche le zone di mid-range e area (al di fuori del semi-cerchio), ovvero quello che spazio che è il palcoscenico di DeRozan, che dovrà essere bravo a punire con costanza. Soprattutto alla luce del fatto che al contrario Lue sembra aver trovato soluzioni migliori per chiudere almeno la restricted area dove a differenza del 61.8% di regular season in questi playoff i Cavs concedo il 53.5%, molto meglio. Arrivare a quel ferro sarà vitale, per Toronto, per non farsi risucchiare nelle secche del proprio gioco.
Per quanto stuzzicante potrebbe apparire fare un pronostico a favore dei Raptors, Cleveland rimane la (grande?) favorita di questa serie. Ha una squadra esperta, che gioca insieme da anni, alla quale si sono aggiunti veterani utili come Williams e Korver e che soprattutto ha dalla sua LeBron James, ovvero il miglior giocatore della lega da maggio in poi. I Cavs sembrano un po’ il Real Madrid del calcio degli ultimi anni. Magari non sono entusiasmanti, hanno dei problemi strutturali e non giocano neanche necessariamente bene, ma quando poi conta passano sempre loro. E vincono.
C’è di certo però che l’occasione per Toronto è davvero irripetibile, e quella che parte stanotte nell’Ohio rischia di essere la serie con il potenziale upset più alto di tutte. Ancora una volta, non dormite sui Raptors.