Veloce disclaimer. Il sottoscritto ieri ha scritto della supremazia dei Cavs nelle prime due gare della serie dando per morti e sepolti i Celtics.
basketball is the best sport and i will not hear otherwise
— Shea Serrano (@SheaSerrano) May 22, 2017
Da dove cominciare, invece, per parlare di una vittoria in Gara-3 dopo una rimonta di 21 punti? Il primo atto alla Quicken Loans Arena è stato il contrario pressoché diametrale di ciò che si era visto a Boston. Per esempio: la storica post-season (al tiro e non) di LeBron James è stata macchiata dalla sua peggior performance da – uhm – cinque anni? Davvero nessuno si aspettava ciò che è successo in Gara 3 e le reazioni sono state le più disparate. Un po’ d’ordine:
-Affermazione tipo #0. Date una medaglia a quest’uomo. Subito.
-Affermazione tipo #1. LeBron è un perdente. Ahahah. No, non lo è.
-Affermazione tipo #2. I Celtics sono meglio senza Isaiah Thomas. Che droga brutta prende la gente?
-Affermazione tipo #3. I matchup dei Celtics risultano migliori senza il bisogno di dover nascondere Isaiah. Vero!
-Affermazione tipo #4. Avery Bradley è un tipo molto figo. Stra-vero. E prenderà pure molti soldi la prossima estate.
-Affermazione tipo #5. Stevens a mangiato in testa a Coach Lue. Senza nemmeno pagare il conto.
Un grande ringraziamento, profondo e da mettere in chiaro fin da subito, va ai Boston Celtics, che hanno resuscitato le Eastern Conference Finals contro ogni pronostico. Sembrava non ci credessero troppo nemmeno loro. D’altronde, con 6:39 sul cronometro del terzo quarto, Boston – sotto 56-77 – sembrava andata. E’ quello anche il momento in cui i Cavs staccano la spina: l’ultima frazione comincia con i Celtics sotto di sole 5 lunghezze dopo un parziale da 26-10.
Occorrono diverse congiunzioni astrali affinché una squadra strapazzata nelle prime due partite e privata del suo miglior giocatore riesca a vincere Gara 3. Un breve elenco?
-Un LeBron da 0-6 per 1 punto negli ultimi 18 minuti (4-13 dal campo, 0-4 da tre, 3-6 dalla lunetta, 6 rimbalzi, 6 assist, ma anche 6 palle perse). Era 49-0 quando avanti di 20+ punti.
–La partita della vita di Marcus Smart.
-Un’altra su LeBron, perché non ci si stanca mai di LeBron in ogni caso: è solo la sesta volta con meno di 15 punti ai Playoff. Gli mancano 62 punti per superare Michael Jordan in post-season total scoring.
-Una panchina dei padroni di casa da soli 9 punti totali. Jefferson, D-Will, Korver e Shumpert hanno giocato – complessivamente – 44 minuti. Uno in meno di James.
-JONAS JEREBKO CLUTCH!?!?
-Il contagio di qualcuno dei Browns (anche se questi sembrano due a posto).
-Un Kelly Olynyk meno inguardabile del solito che riesce a strappare minuti importanti ad un Amir Johnson più inguardabile del solito.
Coach Stevens dopo la partita: “Tanti dei ragazzi avevano una scimmia sulle spalle da levarsi. Sappiamo che Gara-2 è stata un disastro, ma non vale quattro partite. Valeva solo uno. Abbiamo risposto, uniti”. Marcus MVP Smart: “Ognuno di noi a dovuto alzare il proprio gioco stasera, specialmente con uno dei nostri fratelli fuori. Isaiah ha tutto il nostro supporto. Vorremmo fosse qui con noi. Abbiamo continuato a lottare.”
Che la mentalità dei Celtics fosse quella di una squadra ferita non ci sono dubbi. Lo stesso Al Horford che in Gara-2 sembrava aver paura della palla nel post-Gara 3 per poco non si mangia la telecamera. Che senza un LeBron perfetto Cleveland faccia così fatica, francamente, è più dura da accettare. Ora, siccome pare sia umano anche lui certe volte, è possibile che Coach Lue non sia riuscito a trovare una soluzione che sia una all’assenza del solito playmaking fornito dal #23? Kyrie Irving è fenomenale palla-in-mano, ma non si parla di quanto poco riesca ad entrare nelle pieghe della partita gestendone il flow. Forse è semplicemente il side-hero perfetto di LeBron, forse non diventerà mai un floor general: prendereste lui o Chris Paul?
Il Marcus Smart di Gara-3 non ha da invidiare nulla a nessuno. Fosse sempre così, starà pensando Danny Ainge. Una partita colossale da 27 punti con 14 tiri, 8 rimbalzi e 5 assist. Inserito nel quintetto dopo l’infortunio di Thomas, Smart ha riportato la serie a Boston grazie al massimo in carriera, stagione regolare o Playoff. Merito di un 7 su 10 dall’arco, con tanti saluti al 29% nei primi tre anni di NBA.
People who are surprised that Marcus Smart had this game have obviously haven't been following the random insanity that is Marcus Smart.
— CelticsBlog (@celticsblog) May 22, 2017
Il finale di partita è stato wow. Detto di Kyrie e di Jerebko, JR Smith ci ha messo lo zampino. Questa sequenza rimbalzo offensivo + tripla sbagliata come antipasto. Settantanove secondi al termine, Cleveland sopra di uno. Una semplice finta di tiro di Smart fa staccare i piedi da terra a JR, che essendo JR (semicit.) regala tre liberi all’ex Oklahoma State. Ne metterà due. Dopo un errore di Kyrie Irving dalla stessa piastrella che gli valse l’immortalità un anno fa, Crowder serve Horford in post basso.
A trentasei secondi dal termine JR ristabilisce la parità con una bomba pesantissima. Lo aveva detto Stevens, già dopo Gara-2: “Proveremo a raddoppiare LeBron”. Così ha fatto Crowder, e per poco il Re non la perde davvero. Eppure riesce a farla uscire dal post: #JC99 non può che arrivare in ritardo.
Dulcis in fundo: indovinate chi si perde Avery Bradley nel possesso decisivo? Ma JR naturalmente! Uno schema che Boston aveva già usato diverse volte, ricorda Half Court Hoops. Il concetto di base è molto semplice: viene “mascherato” il ruolo di Bradley, che blocca per Crowder. Il #99 si butta in area, seguito sia da Shumpert che da JR. Il blocco granitico di Horford non permette a Thompson di chiudere il buco in tempo e Bradley mette il tiro della vittoria.
Probabilmente finirà in cinque partite e magari non sarà nemmeno bello da vedere, ma a Boston si chiedeva la garra. E questa hanno messo in campo.