Come riportato qualche giorno fa, i Miami Heat e Chris Bosh sarebbero prossimi al divorzio che dovrebbe ufficializzarsi nelle prossime settimane che permetterà all’ex Toronto Raptors di esplorare la free agency e di potersi accordare con altre squadre. Tuttavia, secondo quanto riportato da David Aldridge di TNT, c’è molto scetticismo attorno alle sue condizioni di salute e, sebbene egli stesso abbia detto di sentirsi ancora un atleta (LEGGI QUI), al momento non sembrano molte le squadre intenzionate a metterlo sotto contratto.
La storia dei suoi coaguli di sangue, motivo che ha costretto il due volte campione NBA lontano dal parquet per oltre un anno, continua ad essere una preoccupazione per le altre squadre che esplorano l’idea di firmarlo. Come scrive Aldridge infatti, se non fosse per la poca chiarezza riguardo le sue reali condizioni sanitarie, molte squadre gradirebbero averlo alle proprie dipendenze.
La fotografia perfetta della situazione ce la offre un GM di una franchigia della Western Conference, il cui nome non è stato rivelato dal reporter di TNT, che afferma:
“Miami aveva 50 milioni (di dollari) di motivi per far giocare Bosh e non è riuscita a trovare un dottore che desse loro il via libera per rimetterlo in campo. Molto improbabile che la risposta sarà diversa per una squadra che avrà 0 milioni di motivi”
Infatti, mentre Bosh rimane fiducioso circa un suo ritorno in NBA, molti dirigenti pensano che sia un rischio troppo elevato soprattutto perché sarebbe difficile trovare un dottore che certificherebbe la sua effettiva idoneità sportiva, come evidenzia un altro GM della Western Conference, anche lui rimasto anonimo:
“Anche se le sue condizioni di salute sembrano decisamente migliorate, non vedo come un dottore possa decidere di certificare la sua integrità fisica e inoltre non vedo come un team possa assumersi questo tipo di rischio (nel firmarlo)”