Andrew Bogut è noto per dichiarazioni sempre acute, lontane dal pensiero della massa NBA tanto da sembrare un’onda impazzita nell’oceano della standardizzazione comunicativa dello sport USA. Il 33enne centro australiano – neo-Lakers – è intervenuto sul dibattito cestisti vs politica che continua a tenere banco negli USA, dopo l’invito alla Casa Bianca ritirato ai Golden State Warriors campioni NBA dal Presidente Donald Trump.
PANEM ET CIRCENSES
Queste le parole di Bogut in merito (intervista di ESPN):
C’è gente che muore in tutto il mondo, gente che non ha acqua potabile. E qui si continua a puntare i piedi sugli schieramenti politici. Ok, l’attuale Presidenza USA è tutt’altro che impeccabile, ma se penso agli uragani ai Caraibi, o ai terremoti, mi chiedo per quale ragione continuiamo a perdere tempo ed energie con certe ca@@#*#.
E ancora:
Se penso al massacro di Las Vegas e a come sia Trump che Hillary Clinton abbiano subito strumentalizzato quel che è successo, cercando di fortificare le proprie posizioni politiche, sono schifato. Dovremmo stare tutti zitti e rispettare chi non c’è più e le famiglie che hanno perso qualcuno. Vale anche per noi atleti, che dovremmo discutere solo di temi di vera rilevanza sociale, sfruttando la nostra visibilità come cassa di risonanza.
E ha chiuso così:
Nel mondo di oggi è tutto politicizzato. Probabilmente per moda. Io la trovo una cosa ridicola. Quando ero adolescente c’era un’atmosfera diversa, non solo in Australia dove sono cresciuto, ma in tutto il mondo. Oggi è tipo: o sei d’accordo con me o hai torto. E se hai torto ti odio e devi morire. Serve davvero una dialettica di questo tipo? Ci sono idioti a destra e a sinistra nell’establishment: nel mondo politico ci sono incapaci da una parte e dall’altra. E c’è pure gente competente in uno schieramento e nell’altro. Trovo frustrante che molte persone, e pure molti giocatori di basket, non riescano a vedere oltre i propri preconcetti.
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