Immaginate Michael Jordan, il più grande giocatore di tutti i tempi, svestire la sua iconica casacca dei Chicago Bulls e trasportatelo in un ufficio, magari non in uno qualunque, ma in quello del proprietario degli Charlotte Hornets.
Dopo il suo ritiro quella è divenuta a tutti gli effetti la sua principale mansione. Dopo aver rilevato gli allora Charlotte Bobcats sette anni fa, ha tentato, con fortune alterne, di portare la franchigia a vette mai toccate prima di allora.
Non deve stupire allora il fatto che, nel corso di una intervista concessa a Sport Illustrated, si sia scagliato contro la deriva che la NBA ha preso negli ultimi 3 anni, da quando solamente due franchigie, i Golden State Warriors e i Cleveland Cavaliers, riescono ad essere maggiormente competitive rispetto alle altre squadre.
Stiamo andando incontro ad una situazione nella quale due franchigie sono colme di talento, mentre le altre 28 sono da buttare nell’immondizia. Ci aspettano tempi duri per resistere a questo nuovo ambiente che si sta creando.
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