I Phoenix Suns sono la franchigia del momento, ahi loro però non per meriti sportivi. Dopo le prime tre partite di regular season, tutte perse con uno scarto complessivo di 92 punti, la franchigia dell’Arizona ha scelto di cacciare coach Earl Watson e tre membri del coaching staff per affidare ad interim la panchina a Jay Triano.
Poco prima che tale notizia venisse ufficializzata, la vera bomba che ha squarciato i Suns: il famigerato tweet “I don’t wanna be here” di Eric Bledsoe che ha aperto un ulteriore fronte in quel di Phoenix. Una spaccatura insanabile con l’ambiente, come confermato dal general manager Ryan McDonough che ora è al lavoro per imbastire una trade vantaggiosa per liberarsi di quello che ormai è a tutti gli effetti un separato in casa.
In tutto questo polverone è rimasto silente il giocatore di riferimento dei Suns ovvero Devin Booker, silente almeno fino a oggi quando è uscito allo scoperto per dire la sua opinione del caos che lo circonda. Ecco le sue dichiarazioni riportata da Scott Bordow di AZCentral.com.
Quando perdi due partite con più di quaranta punti di scarto, non si può incolpare soltanto l’allenatore. Noi giocatori non abbiamo messo determinazione e non abbiamo dimostrato amore per il Gioco, anche se non so spiegare bene il perché di queste nostre brutte prestazioni. La squadra era tutta col coach, mi spiace per lui. Bledsoe? È davvero un gran giocatore in entrambe le metà campo. A questo punto della carriera, vuole giocare in una squadra vincente e non posso fargliene una colpa: comunque mi spiace per la sua partenza.
Parole per un certo senso sorprendenti quelle di Booker, che ammette il suo disaccordo con la decisione dei Suns di sollevare dall’incarico coach Watson. Lui, l’uomo franchigia per eccellenza attorno a cui costruire, che va contro la franchigia: come a voler rimarcare il fatto di non essere nemmeno stato interpellato riguardo all’esonero dell’allenatore, scelta che la dirigenza non ha tardato ad attuare alla prima occasione buona.