Antetokounmpo in campo sta mettendo in mostra un arsenale mai visto prima nella storia NBA, fatto di versatilità offensiva (31.3 punti di media in 8 partite), atletismo (10.6 rimbalzi e 1.1 stoppate) e comprensione del gioco in attacco e in difesa (5.3 assist e 1.8 rubate). Fuori dal campo, però, Giannis rimane un ragazzo timido ai limiti dell’introversione, ancora neanche 23enne. Un bambinone nel corpo di un superuomo che, dopo l’incredibile inizio di annata, ci ha tenuto a rimarcare il proprio link profondo con la città di Milwaukee.
LA CALMA È LA VIRTÙ DEI FORTI
Antetokounmpo, in una recente intervista rilasciata al New York Times, ha detto:
Mi piace giocare in questa città, lontana dalle luci della ribalta; sono un tipo tranquillo. Non sono un fan di posti come Los Angeles e Miami. Se vivessi in un contesto così caotico, probabilmente non mi esprimerei allo stesso livello in campo.
Giannis ha già dimostrato di credere nel progetto Bucks, firmando lo scorso anno un quadriennale al di sotto del proprio valore di mercato (100 milioni complessivi).
La squadra del Wisconsin, pur con un Antetokounmpo in versione deluxe nel motore, al momento non è tra le contender NBA. Mancano un paio di pezzi per completare il puzzle; non si può prescindere, ad esempio, da un miglioramento nel tiro perimetrale (magari mediante l’acquisizione di 1-2 specialisti). Il non più lontanissimo ritorno di Jabari Parker, previsto per febbraio, potrebbe dare un ulteriore boost in corsa.
I Bucks, intanto, sono 4-4 nella forse sottovalutata Eastern Conference. Giannis il suo continuerà a farlo, pur se in mezzo alle luci della ribalta ci è finito, volente o nolente. Vedremo fin dove si spingerà la scalata del greco-nigeriano-milwaukeeian adottivo.
NEWS NBA