Risultati NBA: massimi in carriera Porzingis e Harden, vincono San Antonio e Minnesota
Prestazioni stellari di James Harden (56!) e Kristaps Porzingis (40!) trascinano alla vittoria Houston e New York. Vittorie importanti pure di San Antonio, Washington priva di Wall, Minnesota (7-3!) e dei Celtics.
Un’altra performance sottotono dei Cavs, solo che LeBron non può sempre metterne 57 e salvare la baracca. Tra le mura amiche e ospitante una squadra allora 1-8, Cleveland ha tirato col 29,8% nel primo tempo, chiuso sotto di 9 punti. Nonostante un furioso tentativo di rimonta nei secondi finali, si sono dovuti arrendere al sangue freddo di Schröder dalla lunetta e agli errori di Channing Frye (tripla per vincere) e Dwyane Wade (mancato tap-in dopo errore di Frye per pareggiare).
Sotto accusa è di nuovo una difesa-colabrodo: tutti i titolari degli Hawks hanno segnato un minimo di 14 punti, con 49 sommati di Babbitt-Prince-Dedmon. Non solo: Isaiah Taylor ha registrato il massimo in carriera in uscita dalla panchina (14 punti per il secondo anno da Texas) e John Collins è alla terza doppia-doppia dell’annata da rookie (Plus/Minus: +15, il più alto tra i suoi). Serata storta per Marco Belinelli (0-4 dal campo per 0 punti), ma coach Bud se ne accorge e regala 42 minuti a Babbitt, che tira 4-8 dall’arco. Schröder perde sì 6 palloni, ma registra 28 punti con 9 assist. Il play tedesco è stato particolarmente preciso dalla lunetta: ha mandato a bersaglio 8 liberi su 8 tentati.
Atlanta non ha tirato nemmeno con percentuali spaventose: 47,7% dal campo, 44% dalla distanza e 70,6% ai liberi. É che Cleveland non ha visto il canestro per tutta la serata: 27,8% da lontano. Mani particolarmente fredde per JR Smith, Kevin Love e Jae Crowder (5 su 17 per 15 punti combinati. A discolpa dell’ex UCLA c’è un’anticipata uscita dal campo per non-meglio-specificata illness). I Cavs sono rientrati in partita grazie ad un D-Wade super offensivamente dalla panchina (25 punti con 19 tiri, 11 rimbalzi, 6 assist e una sola palla persa) e un Kyle Korver rinvigoritosi visti gli ex Hawks (5-11 from downtown per 24 punti). Senza Tristan Thompson ed Iman Shumpert (problemino a polpaccio sinistro e ginocchio destro), i Cavs si consolano con le parole di Lue sulla condizione di IT:
Lo staff medico sta facendo un lavoro eccellente nel rimetterlo in sesto. Non abbiamo fretta, deve tornare al 100%. Il processo di recupero sta avvenendo lentamente ma nella maniera corretta.
Male anche Derrick Rose: un po’ la cautela, un po’ l’orrendo Plus/Minus (-27, peggiore dei suoi) hanno suggerito a coach Lue di limitarne la presenza in campo a venti minuti. LeBron James si è “limitato” a 26 punti con 17 tiri e 13 assist, ma non è bastato. I Cavs cadono ai piedi di una delle peggiori squadre della Lega (peraltro senza Bembry, Ilyasova, Muscala, Delaney e Miles Plumlee).
Stat del giorno: il quintetto Rose-JR-Crowder-LeBron-Love (47 minuti di utilizzo) concede 133,5 punti ogni 100 possessi. E quando entrano D-Wade e Jeff Green le cose peggiorano ulteriormente.
Emblema della partita: Kevin Love che si strappa la maglia dalla frustrazione.
Los Angeles Clippers – Miami Heat 101-104
Partita tanto pazza quanto infinita, Miami è corsara allo Staples Center di LA. Avanti anche di 25 lunghezza, la franchigia della Florida è stata costretta a ri-vincere la partita a pochi secondi dalla fine. La prima vittoria in trasferta per i ragazzi di coach Spoelstra, infatti, è causata anche dallo 0-2 dalla lunetta di Austin Rivers a 16 secondi dal termine. Dall’altra parte James Johnson fa 2-2, +1 Heat, ma Blake Griffin ha la chance di regalare un’insperata vittoria ai suoi dopo un ultimo quarto vinto 35 a 15. Rivers disegna un blocco con l’uomo di Whiteside, cosicché il lungo avversario finisce su BG32. Il suo jumper dalla media, però, ben contestato, viene sputato dal ferro. Josh Richardson mette i liberi del definitivo 101 a 104.
MVP della partita un Hassan Whiteside da 21 punti e 19 rimbalzi, ma ben 6 giocatori di Miami hanno segnato almeno 12 punti. Frizzanti in uscita dalla panchina Tyler Johnson (19 punti) e Wayne Ellington (17 con 11 tiri). Ondivago invece James Johnson: 14 punti e 5 assist ma anche 6 palle perse, di cui una nel finale potenzialmente sanguinosa. Si è un po’ calmato, dopo uno sfavillante inizio, Goran Dragic: “solo” 12 punti e 6 assist per il campione d’Europa. Da segnalare infine la consueta prova in ambo le fasi di gioco di Josh Richardson: miglior Plus/Minus tra i suoi (+15. Nei minuti senza di lui sul parquet gli avversari segnano quasi 10 punti in più per 100 possessi).
Ai Clippers non bastano le gesta del frontcourt Blake-DeAndre. Danilo Gallinari, dopo essere apparso claudicante fin dall’inizio, ha lasciato il campo all’intervallo e non è più rientrato in seguito ad una botta al fianco sinistro. Beverley e Rivers hanno tirato malissimo (20 punti con 23 tiri), Thornwell e Dekker non sono riusciti a dare un contributo dalla panchina. Lou Williams ha sì segnato 22 punti, ma con un inefficiente 2-8 dall’arco. Buono il contributo di Willie Reed (10 punti) e il lavoro da collante di Wesley Johnson. 23-8-4 di Griffin sbiadiscono di fronte al tiro sbagliato nel finale e nemmeno DeAndre (10 punti e 19 rimbalzi, di cui 11 offensivi) è riuscito a portare i suoi alla vittoria.
Stat del giorno: il più grande svantaggio mai rimontato dai Clippers è un -24 ripreso a Chicago il 13 Novembre 2004. Avrebbero potuto stabilire un nuovo primato. (La partita è stata così vincila-tu-ma-no-vincila-tu che i Clippers hanno twittato questo).
Curiosità: Dion Waiters non era della partita. É rimasto a Miami dov’è nata la figlia.