I Warriors in crescita ospitano una delle squadre più enigmatiche della Eastern Conference, degli Heat in back-to-back che vengono da una sudatissima vittoria in controrimonta sui Los Angeles Clippers. Il piano partita di Miami sembra funzionare nel primo quarto, con la gara che si mantiene a basso punteggio e i Warriors che faticano a entrare in ritmo e a mettere punti a referto. Bene James Johnson (21 punti, 9 rimbalzi, 6 assist e 3 rubate a fine gara) per gli Heat, per GS invece parte forte Draymond Green. Curry segna un canestro da contorsionista in penetrazione al termine del primo periodo per dare il vantaggio ai Warriors (22-21). Miami concede percentuali basse agli avversari, ma fatica a rimbalzo e nella gestione del pallone, tirando a propria volta male dal campo. Gli Heat trovano una pessima partita dai 4/5 del quintetto, con Whiteside, Richardson, White e Winslow che combinano per la miseria di 15 punti, 16 rimbalzi e 6 assist e il solo Goran Dragic che mette in apprensione la difesa di GS, scorribanda dopo scorribanda, chiudendo con 19 punti e 8-18 al tiro. I Superquattro dei Warriors, invece, fanno il loro nonostante le percentuali (tutti sotto il 50% tranne Green), lasciando le briciole ai restanti membri della rotazione di Steve Kerr. Il confronto con le controparti di Miami è impietoso: 68 punti, 28 rimbalzi e 11 assist totali per Durant, Curry, Thompson e Green (KD top scorer della partita a quota 21 punti, a pari merito con James Johnson).
Gli Heat reggono l’urto fino a metà secondo quarto, poi la squadra della Baia riesce a scappare in transizione più di frequente e a scavare un solco che si rivelerà irrecuperabile (50-37 a metà partita). La terza frazione certifica la superiorità dei Warriors e termina sul 25-20. Il parziale Heat in apertura di ultimo periodo, con la squadra della Florida che arriva fino al -10 sull’80-70 con un canestro di Kelly Olynyk a 7 minuti dalla conclusione, non basta. GS riapre il gas e chiude definitivamente la gara coi canestri delle proprie stelle (i soliti Curry e Durant). 97-80 al termine, la differenza la fa anche il 92% dalla lunetta della banda di Kerr (22-24). Warriors sull’8-3 (4 vittorie consecutive e testa della Western Conference, a pari merito coi Rockets, agganciata) e Heat che hanno invece perso 6 partite delle prime 10.
