Andare oltre ogni difficoltà. Deve essere stato questo il modus operandi di Derrick Rose nei suoi ultimi anni di carriera. Da assoluta stella, col titolo di MVP della stagione conquistato come giocatore più giovane della storia a semplice comprimario: prima, a Chicago, di Jimmy Butler. Poi la (breve) parentesi nella Grande Mela e infine alla corte del Re, in quel di Cleveland, dove sembrava aver potuto trovare, finalmente, una dimensione stabile.
Sembrava, fino a che la frustrazione per l’ennesimo infortunio di una carriera sfortunatissima non ha definitivamente preso il sopravvento: Derrick Rose medita di lasciare il basket.
Partono migliaia di commenti sui social e dall’ambiente NBA, nessuno vuole crederci. Il profeta post MJ della Windy City non ce la fa più. La domanda che si ripete da sempre, parlando di Rose, è solo una: what if?
Per fortuna, Derrick è tornato sui suoi passi, ri-aggregandosi ai compagni mercoledì dopo due settimane di “esilio” auto-imposto. Nonostante la squadra abbia giustificato e compreso la sua assenza, Rose si è comunque sentito in dovere di scusarsi con tutto l’ambiente:
“Non doveva, ma lo ha fatto lo stesso” ha detto coach Lue ai microfoni di ESPN, commentando le scuse di Rose, “Mi ha chiesto di poter parlare alla squadra prima di uno shootaround. I compagni sono felici del suo ritorno”
Ha poi aggiunto: “E’ stato bello vederlo tornare e sentirlo parlare, perchè non è un ragazzo molto estroverso. Ma sentire quello che aveva da dire e poi vedere come ogni compagno lo ha accolto lo ha reso felice”.
Rose, che questa stagione è stato fuori per la maggior parte del tempo a causa di un infortunio alla caviglia, ha giocato solo 7 delle 25 partite dei Cavaliers. Con una striscia aperta di 13 vittorie, ora, non c’è alcun bisogno di affrettare il suo rientro.
L’incombente rientro di Isaiah Thomas, le inaspettate buone prestazioni di Calderòn e le solide prestazioni da back-up di Wade comunque potrebbero far arretrare Rose nelle rotazioni di Cleveland.
Ma la stagione è lunga e con la predisposizione agli infortuni di IT e la non più giovane età dello spagnolo e di Flash, i 14.3 punti di media di Rose non potranno fare altro che aiutare la squadra nella corsa al Larry O’Brien trophy.