Risultati NBA: nella serata di Kobe cadono i Lakers. Chicago non si ferma più
Un Rozier eroico regala la vittoria ai Celtics. Tutto facile per Spurs e Rockets. Faticano moltissimo ma vincono Minnesota, Oklahoma City e Phoenix. Sconfitte per Philadelphia, Miami, New York e Portland.
(9-20) Chicago Bulls 117-115 Philadelphia 76ers (14-15)
Fanno 6 signori, SEI di fila per Chicago! Incredibile: nei minuti decisivi i Bulls alzano il proprio livello per ricacciare indietro i Sixers colpo dopo colpo. Da che Mirotic è riemerso dalla scazzottata con Portis, i Bulls sono 6-0. Sette giocatori hanno segnato in doppia cifra per i Bulls, che difendono il fattore campo anche grazie all’assenza di Joel Embiid (riposo precauzionale).
É la sesta sconfitta in sette partite anche per i Philadelphia 76ers, ora sotto il 50% di vittorie. Non è bastato un Dario Saric da 20 punti nella ripresa (27 in tutto) conditi con 8 rimbalzi e 2 stoppate; non è servita la quasi-tripla-doppia di Ben Simmons: 19 punti, 11 rimbalzi e 9 assist per il rookie da Louisiana State University, che tuttavia ha tirato 1 su 5 in lunetta. Se la panchina dei Sixers è produttiva (41 punti tra McConnell, Holmes, Bayless e Luwawu-Cabarrot), da quella dei Bulls si alza un Mirotic clamorosamente on fire: 22 punti e 13 rimbalzi per lo spagnolo. Per Chicago doppia-doppia anche per Bobby Portis (12 e 10), mentre Kris Dunn e Justin Holiday hanno segnato 42 punti complessivi con 16 su 28 dal campo. L’ex Twolves ha anche addizionato 6 assist, 5 palle perse e 4 rimbalzi.
Serata freddina per Lauri Markkanen (tornato in quintetto dopo 3 partite di fila saltate per problemi alla schiena): il lungo finlandese si è preso 11 tiri chiudendo con 10 punti, ma si è reso utile con 6 rimbalzi e 4 assist. Phila perde nonostante un eccellente 42,4% da 3 e una buona prova di Robert Covington: 10 punti con 5 tiri, 7 rimbalzi e 4 rubate. JJ Redick freddino (4 su 11).
A pochi secondi dal termine, Ben Simmons ha avuto tra le mani il tiro del pareggio, ma non ci è andato nemmeno vicino.
(11-18) Los Angeles Clippers 91-109 San Antonio Spurs (21-10)
Una partita senza storia quella dell’AT&T Center di San Antonio, Texas. I padroni di casa dominano in lungo e in largo nel primo quarto, scavando una fossa talmente profonda (31-17!) che i Clippers non riescono più ad uscirne. Coach Pop si permette il lusso di allungare le rotazioni, i californiani aspettano semplicemente buone notizie dall’infermeria.
Il solo LaMarcus Aldridge ha giocato più di 26 minuti per gli Spurs (32), andando comunque vicino alla doppia-doppia: 19 punti e 8 rimbalzi. Partito in quintetto, Kawhi Leonard è stato usato con contagocce per paura di ricadute: 7 punti con 7 tiri in 16 minuti. Il secondo miglior marcatore, per gli Spurs, è Tony Parker: 16 punti, 7 assist e 2 rubate. Pau Gasol cattura 4 rimbalzi offensivi (12 complessivi), la panchina fattura 57 punti ed è più che sufficiente per tenere a bada i Clippers. Da segnalare, oltre ai 13 di Manu, le serate produttive per Rudy Gay e Dejounte Murray.
Senza Gallinari e Griffin per LA rimane dura. Quando il tuo miglior marcatore è un Jamil Wilson da 13 punti con 12 conclusioni capisci di avere qualche problema. DeAndre Jordan cattura 14 rimbalzi e segna 10 punti, Teodosic smazza 5 assist, ma se anche Lou Williams e Wesley Johnson sono ai box la coperta si fa davvero troppo corta. Senza nemmeno premere sull’acceleratore, San Antonio ha mezzo pezze con tutta calma ai 30 punti complessivi dalla panchina di Montrezl Harrell, Willie Reed e Brice Johnson. Arriveranno tempi migliori, Clippers.