Jahlil Okafor è scappato dalla prigione dorata di Philadelphia. Il centro 22enne, terza scelta assoluta al Draft 2015, si è trasferito lo scorso 7 dicembre ai Brooklyn Nets (insieme a Nik Stauskas e in cambio di Trevor Booker). Per il momento ha giocato una sola partita dal passaggio nella Grande Mela (10 punti e 4 rimbalzi in 23 minuti), ma si è detto entusiasta del salto ambientale-professionale da una franchigia all’altra.
ALLENAMENTO
Okafor si è espresso così sulle differenze tra Nets e Sixers:
Sono felice di essere qui a Brooklyn, dove un vero staff di allenatori NBA mi segue ogni giorno. A Philly dovevo fare tutto per conto mio. Mi allenavo col mio personal trainer – Rick Lewis – che è al mio fianco da quando facevo la terza media. Sentire la fiducia e l’interesse di un coaching staff vero e proprio, però, è un’altra cosa.
Costante invece, almeno per ora, è rimasta la difficoltà nel vedere il campo:
Capisco perché non sto giocando. Sono rimasto indietro. Molti dei miei nuovi compagni sono già in uno stato di forma da metà stagione, mentre io ho perso lucidità stando fuori dal campo e non ho avuto modo di ingranare. Devo recuperare, per poter competere con chi al momento è più in palla di quanto lo sia io.
In effetti Okafor, con 21 partite senza minuti in campo e solo 2 da attivo, si è giocato un quarto di stagione da spettatore non pagante coi Sixers. A Philly la situazione lunghi era molto affollata, con Joel Embiid, Dario Saric, Richaun Holmes e Amir Johnson tutti davanti all’ex-Duke nelle rotazioni. Attenzione, però, che pure i Nets non scherzano: Okafor è dietro a Tyler Zeller, Jarrett Allen e Timofey Mozgov nel ranking interno di coach Kenny Atkinson.
FUTURO
Il vantaggio, per il 22enne, è quello di essere finito in una squadra meno in rampa di lancio rispetto ai Sixers. I Nets – che, ahiloro, perderanno la prossima prima pick al Draft, destinata ai Cleveland Cavs – sono uno step indietro nel rebuilding e possono permettersi di dare qualche minuto in più a giovani ancora non testati ad altissimo livello come Allen e proprio Okafor. Poi certo, se dovessimo continuare a vedere il lungo ex-Duke in fondo alla panchina a muso lungo pure tra 10-15 partite, allora sì che vorrebbe dire che qualcosa nella carriera della fu pick numero 3 al Draft è andato storto; forse definitivamente.
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