Nona sconfitta consecutiva per i Magic, questa volta per mano degli Heat. I Magic si presentano alla prima palla a due della serata senza i loro due lunghi titolari Nikola Vucevic e Aaron Gordon, fuori rispettivamente per una frattura alla mano sinistra e per un problema al polpaccio; Miami, dal canto suo, non può contare sulle prestazioni di Johnson, Winslow e Haslem, mentre torna arruolabile Whiteside, che chiuderà la serata con 7 punti e 8 rimbalzi in 18 minuti di gioco.
La partita è subito molto combattuta, con diversi cambi di vantaggio, ma alla fine del primo quarto la spunta Miami sul 18 – 21. A inizio secondo quarto però Orlando prende il comando della gara e non lo molla più sino a metà del terzo periodo, chiuso sul 68 pari. È allora nel quarto quarto che Miami tenta e compie l’allungo decisivo, portandosi sul +20 a 3 minuti dalla fine. Punti chiave della partita sono state la tenacia a rimbalzo, con 16 rimbalzi in attacco e 53 totali per gli Heat contro i 42 totali dei Magic, e la migliore percentuale realizzativa da tre punti: 33.3% da parte di Miami contro il 25% di Orlando.
Ai fini del risultato sono state fondamentali le prove di Richardson – 20 punti, 7 rimbalzi e 5 assist – e di Ellington, con 18 punti in uscita dalla panchina; per i Magic invece convincenti le prove di Payton, con 19 punti e 8 rimbalzi, di Fournier ed Hezonja, chiudendo entrambi con 14 punti, e di Speights – 12 punti e 6 rimbalzi in 17 minuti.
Partita più difficile del previsto per Antetokounmpo e compagni, che alla fine dei giochi devono arrendersi sotto i colpi di una squadra in vistosa crescita nelle ultime uscite, questa sera guidata dagli ottimi Nikola Mirotic – 24 punti e 8 rimbalzi partendo dalla panchina – e Kris Dunn – doppia doppia da 20 punti e 12 assist.
I Bucks sembrano voler subito allungare le distanze, con la prima frazione di gioco che si chiude sul 31 – 22. I Bulls tornano però a contatto nel periodo successivo, mettendo la testa avanti per la prima volta a metà secondo quarto; da quel momento nessuna delle due squadre riesce a prevalere sull’altra, perlomeno fino all’inizio dell’ultimo quarto, quando cioè una tripla di Jerian Grant porta Chicago sul 90 – 85, dando la carica alla squadra per condurre senza troppi patemi fino alla sirena finale.
A nulla sono serviti dunque i 28 punti del solito Antetokounmpo e i 22 di Bledsoe: Milwaukee ha infatti pagato le troppe palle perse – 20 contro le 7 dei Bulls – e la lotta a rimbalzo – 41 contro i 47 di Chicago, dei quali ben 15 in attacco. Pressoché simili sono invece state le percentuali di realizzazione del campo, con il 43,7% di Chicago e il 47% di Milwaukee.