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Risultati NBA: derby ai Clippers, Giannis sgambetta OKC

Quinta sconfitta di fila per Houston. I Nets umiliano Miami a domicilio. Charlotte corsara alla Oracle Arena. Altra vittoria silenziosa dei Raptors, ma chi ferma i Bulls?

(28-8) Golden State Warriors 100-111  Charlotte Hornets (13-22)

Cadono a sorpresa i campioni in carica! Dopo aver vinto 13 delle ultime 14, Golden State cede sotto i colpi di un Dwight Howard nuovamente dominante. “Molto probabilmente” sarà questa l’ultima partita prima del rientro di Stephen Curry, confessa coach Kerr. Il due volte MVP dovrebbe tornare in campo contro i Grizzlies nell’ultima notte dell’anno.

Superman, D12, The Daily Double-Double: chiamatelo come volete, ma per una notta è tornato quel centro dominante visto agli Orlando Magic. Howard ha dato il bentornato in line-up a Zaza Pachulia camminandogli sopra con 29 punti (season-high, 10 su 15 al campo), 12 rimbalzi (di cui 5 offensivi), 7 assist e 2 rubate. Fondamentale, per l’ex Lakers, un 9 su 12 dalla lunetta. Kemba Walker ha perso un solo pallone a fronte dei 5 assist, di altrettanti rimbalzi e di 16 punti, nonostante combatta, rivela coach Silas, da un mese con infortuni a polso e spalla. 15 con 10 tiri per Nic Batum, mentre Kidd-Gilchrist impiega 12 conclusioni per arrivare alla dozzina di punti. Marvin Williams segna 0, ma mette una pezza Frank Kaminsky: 14 punti con 6 rimbalzi dalla panchina. 19 punti e 9 rimbalzi combinati per Lamb e Graham. Charlotte porta così a 3-12 il proprio record lontano dal North Carolina.

Ad eccezione del -3 nel secondo quarto (che ha portato le squadre in pareggio alla sosta lunga), Charlotte ha vinto tutti e tre i rimanenti quarti di gioco. Non appena Durant si è inventato un gioco da 4 punti dopo una tripla riducendo lo svantaggio sul 100-90, Kemba Walker – che ha iniziato 2 su 12 per poi finire bene – ha segnato una tripla pesante, chiudendo la pratica.

“Quando Steph gioca, tutti si sentono meglio. Avrà minuti limitati contro Memphis, ma ci darà una grande mano. Con Steph nulla mi sciocca più ormai”

ha detto Steve Kerr a fine gara. A guidare Golden State il solito Kevin Durant: 27 punti con 19 tiri per l’ex OKC, 4 su 5 dall’arco, perfetto dalla lunetta e 6 assist. Klay Thompson impiega 20 tiri – segnandone la metà – per arrivare a 24 punti, con 7 conclusioni Shaun Livington segna 12 punti. Prova a tutto tondo di Draymond Green: 8 punti con 11 tiri, 16 assist, 11 rimbalzi di cui 4 offensivi, 3 stoppate ma anche 5 palle perse. Prima d’ora, nella storia della Lega, erano 19 le partite con 15+ assist, 10+ rimbalzi e meno di 10 punti. 16 di queste 19 prestazioni sono coincise con una vittoria, Draymond rimane a bocca asciutta. Senza Omri Casspi, la panchina ha faticato ben più del dovuto: solo David West è andato in doppia cifra. Nick Young ha tirato 2 su 7 dal campo, 1 su 5 dall’arco per 5 punti.

(15-19) Los Angeles Clippers 121-106 Los Angeles Lakers (11-23)

Nelle ultime cinque stagioni, i Clippers hanno sempre vinto tutti e quattro (o tre su quattro) incontri stagionali coi Lakers. Dopo la sfida di stanotte, si sono assicurati la mini-serie in stagione regolare vincendo tutti e tre i primi incontri. Il quarto ed ultimo derby angeleno è datato 12 aprile 2018, per l’ultima partita stagionale. I Lakers, che hanno perso otto delle ultime nove, rimangono una delle tre squadre NBA a non aver ancora vinto 12 partite.

Il derby è dei Clippers grazie a 24 punti, 6 assist e altrettanti rimbalzi di un rientrante Blake Griffin. Tutto il quintetto dei bianco-rosso-blu segna in doppia cifra: 11 a testa per Teodosic (+7 assist) e CJ Williams, mentre Austin Rivers impiega 12 tiri per raggiungere quota 13. DeAndre Jordan fa il bullo: 12 punti con 16 rimbalzi e 2 stoppate. I Lakers non lo hanno mandato in lunetta neanche una volta. Sfiora la doppia-doppia dalla panchina Montrezl Harrell: 15 punti e 9 rimbalzi, mentre Lou Williams segna 23 punti con 14 tiri. I Clippers, che hanno raccolto 14 rimbalzi in più degli avversari, hanno vinto quattro delle ultime cinque.

I Lakers sono invece in un momentaccio. Ingram e Randle (partito in quintetto al posto di Larry Nance Jr.) segnano 18 a testa ma devono prendersi 36 tiri complessivi. Inefficienti come Kuzma, 13 punti con 14 conclusioni e 1 su 7 dall’arco. Anche a causa della mano fredda di Caldwell-Pope, che comunque ha chiuso con 14 punti, i Lakers hanno tirato col 15,8% da 3. A nulla servono i 36 punti totali dalla panchina di Larry Nance Jr. e Jordan Clarkson, che addiziona 8 assist e 5 rimbalzi. I Lakers, che giovedì anziché un allenamento hanno tenuto una riunione, proprio non ingranano.

Derby fortemente condizionato dalla lista infortunati: ancora ai box Danilo Gallinari e Lonzo Ball. Kuzma ha giocato nonostante un problemino al quadricipite. Wesley Johnson è anch’egli tornato dopo aver salto tre partite, Pattrick Beverley è sempre ai box, mentre Tyler Ennis aveva l’influenza.

(14-23) Phoenix Suns 111-101 Sacramento Kings (12-23)

Nonostante ben 7 giocatori sopra i 10 punti e la recente incoraggiante vittoria contro i Cleveland Cavaliers, cadono tra le mura amiche i Sacramento Kings. Corsari al nuovissimo Golden 1 Center i Phoenix Suns, anch’essi reduci da un’esaltante vittoria sulla sirena contro Memphis, alla terza vittoria nelle ultime quattro, quinta delle ultime sette.

Gli ospiti, che hanno controllato la vittoria tenendo i Kings a 18 punti nell’ultimo quarto, hanno fatto leva sui 26 punti con 10 rimbalzi di un ottimo TJ Warren. Segna altrettanto (ma tirando 9 su 25 dal campo) Devin Armani Booker, mentre (questo sì che fa notizia) si hanno segni di vita da Marquese Chriss: 3 su 3 dall’arco per 14 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Tyson Chandler, dopo la schiacciata decisiva con 0,4 secondi su Marc Gasol, ha chiuso con 6 punti e 11 rimbalzi. 18 punti combinati dalla panchina per Isaiah Canaan e Dragan Bender.

Sacramento non riesce proprio a trovare un copione unico da seguire. Dopo un’ottima prova contro LeBron James, Vince Carter non ha toccato il campo. Il più utilizzato da coach Joerger è stato Frank Mason III, che pure è stato il meno prolifico (solo 7 punti). George Hill è poco efficiente nonostante i viaggi in lunetta (2 su 11 per 12 punti), e anche Buddy Hield impiega 12 conclusioni per toccare quota 12. Zach Randolph è il miglior marcatore dei suoi con 12 punti, Labissiere e Temple postano 12 a testa e Bogdan Bogdanovic dalla panchina scrive 13, ma non basta. Sacramento non riesce ad uscire dai bassifondi della Western Conference.

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