Steve Kerr difende Luke Walton dalle parole di LaVar Ball
Il coach dei Warriors accusa non solo Espn ma la società in generale colpevole di far in modo che questo tipo di contenuti siano così importanti e ricercati
Dopo la risposta di Rick Carlisle, anche Steve Kerr ha voluto dire la sua su una delle questioni che attanaglia i Los Angeles Lakers e l’intera NBA da qualche tempo: le accuse dirette di Lavar Ball contro il coach dei Giallo-Viola ed ex vice allenatore dei Golden State Warriors Luke Walton, colpevole a suo dire di non essere in grado di guidare la squadra del figlio Lonzo Ball.
Come al solito le parole dell’ex Chiacago Bulls fanno molto riflettere e non si sono soffermate al semplice fatto accaduto, ma egli ha voluto analizzare la situazione generale riguardante quelli che sono oggi giorno i valori presenti nella società e nello sport:
“E’ una cosa senza senso. Ottimi giornalisti come Ethan Strauss e Marc Stein, che hanno sempre fatto un grandissimo lavoro, sono stati licenziati, in quanti altri sono stati licenziati? 100? (di più sembrano rispondere i presenti in sala). Voglio chiarire che non è una condanna contro ESPN, ma è un problema della società che continua ormai da anni e ora si sta presentando in maniera pesante anche nello sport.
Quest’anno ho parlato con molte persone che lavorano nei media e ho chiesto loro ‘perche’ date cosi importanza a questo qua (LaVar)?’ E loro mi hanno detto ‘in realta noi non vorremmo, nessuno vorrebbe, ma i nostri capi ci hanno detto che dobbiamo perché da molta visibilità’. Le persone stanno mangiando dalla sua mano senza una ragione valida. Da qualche parte in Lituania LaVar Ball starà ridendo di tutti noi. Sta diventando la Kardashian dell’NBA e questo è ciò che di solito accade in politica e nell’intrattenimento, ora sta succedendo anche nel nostro sport. Non conta che ci sia una minima sostanza o senso in quello che si racconta, quello che importa ormai è ‘possiamo renderla interessante anche se non ha nessun senso?’ sapete quanti parenti dei miei giocatori saranno stati a casa pensando ‘perché non sta facendo giocare il mio ragazzo?’ e noi ancora stiamo piazzando un microfono davanti a lui perché apparentemente fa visualizzazioni. Non ho idea a chi interessi, ma evidentemente a molti, altrimenti ESPN non spenderebbe quello che sta spendendo per mandare giornalisti in Lituania a seguire i suoi figli”.
Infine ha speso parole anche per il suo collega e fino a due anni fa assistente a Golden State:
“Sono davvero dispiaciuto per Luke, è uno dei miei migliori amici e non dovrebbe avere a che fare con tutto ciò. L’allenatore dell’High School è quello che deve avere a che fare con i genitori. Io non ho mai dovuto parlare con genitori scontenti del minutaggio dei propri figli, sono sicuro che ce ne sia qualcuno, ma (giustamente) non hanno nessuna voce nell’NBA, ma chi lo sa per quale ragione, noi stiamo dando importanza alle parole di questa persona e ora Luke deve occuparsi anche di questo. È una vergogna”