Cosa sta succedendo a Chandler Parsons? Cosa c’è dietro l’ennesimo stop del giocatore ex Rockets?
L’ultima partita in maglia Grizzlies del giocatore è datata 27 dicembre 2017: da quel giorno è calato il silenzio sulle condizioni fisiche di Parsons. Le uniche notizie arrivate dal PR dei Grizzlies parlavano di un giocatore tenuto a riposo per problemi non specificati al ginocchio. Ginocchia che hanno pesantemente condizionato la carriera di un giocatore che poteva essere un grande della Lega, e a cui ora potrebbero mettere anche la parola fine.
Sì, avete letto bene. Con la stagione dei Grizzlies ormai andata (troppo distanti ormai per tentare l’aggancio alla zona Playoffs), le chance di vedere Parsons di nuovo in campo quest’anno sono pressoché nulle. Rimane da capire però, se i Grizzlies vogliano provare a recuperare per l’ennesima volta un giocatore che ormai sembra non appartenere più, almeno fisicamente, al mondo NBA. Ma partiamo dall’inizio: nell’offseason 2016 i Grizzlies, una delle squadre più temute della Western Conference, tentano il colpo nel mercato dei free agent. Il Gm della squadra, Chris Wallace, prova a far saltare il banco: viene firmato, nonostante i problemi fisici avuti nelle precedenti stagioni, Chandler Parsons con un contratto da 94 milioni di dollari in quattro anni. Una scommessa, che se vinta, potrebbe rendere i Grizzlies finalmente una contender. Purtroppo però, già dalla prima stagione, inizia il calvario: poche partite in campo, prestazioni mediocri, e soprattutto tante, troppe, operazioni chirurgiche. In quasi due stagioni con i Grizzlies Parsons ha giocato in totale 60 partite, con una media punti di poco superiore ai 7 punti.
Oggi è chiaro ormai a tutti che Parsons non tornerà mai più ad essere il giocatore che, all’inizio della sua carriera con i Rockets, aveva incantato tutti. Arrivati a questo punto, i Grizzlies devono iniziare a pensare al loro futuro, e a cosa fare con Parsons.
Può suonare strano, anche brutto da dire, ma per i Grizzlies sarebbe quasi meglio se Parsons non potesse più giocare a basket. Decisamente uno scenario che nessuno si sarebbe potuto aspettare nel 2016, al momento della sua firma in Tennessee, che aveva infiammato i fans dei Grizzlies. Ma è una fine che sembra ormai essere vicina. E ora vi spieghiamo perché a Memphis converrebbe il ritiro di Parsons.
Solo la scorsa stagione, i Miami Heat hanno fatto un’operazione simile: hanno tagliato Chris Bosh per i noti problemi di salute, e così facendo hanno risparmiato circa 70 milioni di dollari, che hanno subito re-investito nel mercato. Chiaramente, i problemi fisici di Parsons non sono neanche paragonabili a quelli di Bosh, ma da un punto di vista burocratico, per la NBA, potrebbero non essere così differenti.
Cosa dice la regola NBA in caso di un infortunio che costringe un giocatore a terminare la propria carriera? Per il contratto lavorativo che i giocatori hanno con la Lega, viene considerato infortunio che costringe al ritiro, qualsiasi problema che non permetta al giocatore di giocare a basket a livello professionistico per un certo periodo di tempo, o ad un livello accettabile per la NBA o che metta a rischio la sua salute futura. Quindi, se un équipe medica indipendente visitasse Parsons, e lo ritenesse non più idoneo a giocare nella NBA, i Grizzlies potrebbero avvalersi di questa speciale regola, e liberare quasi 24 milioni all’anno nel loro salary cap. Ovviamente Parsons riceverebbe comunque i suoi soldi (i contratti NBA sono comunque garantiti), ma quei soldi non andrebbero ad impattare nel monte salari dei Grizzlies, dando al front office di Memphis una certa flessibilità e spazio in fase di mercato.
Sono tutte supposizioni chiaramente, ma il silenzio che arriva dai Grizzlies sulle condizioni di Parsons potrebbe far pensare che ci sia qualcosa sotto, ben più grande del solito infortunio o di un riposo precauzionale. Parsons potrebbe essere fuori solo per recuperare al meglio e aiutare i Grizzlies a raggiungere i Playoffs ancora una volta con questo gruppo nelle prossime stagioni. Oppure la situazione potrebbe essere veramente più grave del previsto, costringendo il giocatore al ritiro. Dal punto di vista dei Grizzlies, ci sarebbe comunque una luce in fondo al tunnel, qualsiasi sia la verità in questa storia.
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