L’inizio di stagione non è stato dei migliori per Jae Crowder: l’ex Celtics era arrivato in estate alla corte di LeBron James per portare tiro perimetrale e difesa, ma le cose non sono andate come previsto (8.6 punti, con il 32% da tre con la sensazione di essere un pesce fuor d’acqua a Cleveland) e il giocatore, nell’ultimo giorno di scambi, è stato spedito insieme a Derrick Rose a Salt Lake City in cambio di Rodney Hood in una trade a tre che ha visto coinvolti anche i Sacramento Kings.
Ieri per Crowder è arrivato l’esordio in maglia Jazz contro i Portland TrailBlazers e subito ha mostrato di potersi inserire a meraviglia nel gioco della squadra di Coach Snyder che, quando è in forma, come in questo momento della stagione (in striscia con 9 vittorie consecutive), gioca un’ottima pallacanestro con spaziature perfette e diversi giocatori che sanno fare la differenza oltre a Donovan Mitchell (Joe Ingles 15 punti di media e un incredibile 56% da tre su 6 conclusioni a partita in questa striscia di 9 partite)
Il prodotto di Marquette University ha registrato un’ottima prestazione da 15 punti e 5 rimbalzi in uscita dalla panchina e nel post-partita ha manifestato la sua felicità di trovarsi agli Utah Jazz, squadra dove ha precedentemente giocato anche suo padre Corey Crowder nel 1991 in quella che è stata la sua unica stagione NBA (breve parentesi di 7 partite agli Spurs nel ’94) prima di una lunga carriera in Europa e principalmente in Francia.
Jae Crowder non ha neanche perso l’occasione di levarsi qualche sassolino nei confronti della sua ex squadra, affermando di come si trovi a suo agio a giocare in un sistema, facendo intendere come a Cleveland la situazione non fosse delle migliori in campo e nello spogliatoio e di come il gioco fosse troppo incentrato su LeBron James.
Gli Utah Jazz ora con un Crowder in più sperano che i risultati continuino ad arrivare per non interrompere la rincorsa ai playoff che ora distano solo una partita e mezzo.