Nulla da dire sulla larga vittoria degli Oklahoma City Thunder contro i Memphis Grizzlies: se mancano Russell Westbrook e Carmelo Anthony, entrambi a bordo campo per un problema alla caviglia, ci pensano i 33 punti di Paul George ad archiviare la pratica. Fondamentale anche l’apporto di Alex Abrines (16 punti per lui) e del trio Felton – Grant – Patterson, tutti autori di 14 punti ciascuno.
I Thunder si sono da subito imposti come i favoriti della partita in una delle loro serate offensivamente più efficienti da dietro l’arco, prendendo il comando della gara nel primo quarto andando già in doppia cifra di vantaggio (il tabellino recita 35 – 18 dopo i primi 12 minuti) e non lasciandolo più fino alla sirena finale. Il vantaggio, di almeno 15 punti per tutta la durata della partita, non si riduce nemmeno nel secondo periodo, vinto da OKC per 39 – 36, con i padroni di casa che concede agli ospiti di riavvicinarsi di 13 punti solamente al termine del terzo quarto. L’ultima frazione di gioco diventa così quasi garbage time, con la squadra di Oklahoma City che si concentra sullo spettacolo per i propri tifosi.
Efficienza offensiva che si manifesta nel 43,2% da tre punti, ma non nel 26/40 dalla lunetta; i Thunder sono stati poi meno presenti a rimbalzo (38 per loro contro i 47 di Memphis), ma hanno compensato con una maggiore attenzione nella gestione della palla, facendo registrare solamente 10 perse contro le 17 dei Grizzlies. Proprio fra questi ultimi sono comunque da salvare Marc Gasol, autore di 18 punti, e JaMychal Green, che realizza 14 punti.
È invece il rookie Donovan Mitchell in formato Superstar ad assicurare la nona vittoria consecutiva ai suoi Utah Jazz, segnando 27 punti. In suo aiuto, e ad ovviare all’assenza di Ricky Rubio, sono arrivati i 24 punti di Ingles ed i 15 del nuovo arrivato Jae Crowder.
Nonostante il risultato finale, non è però tutto apparso semplice per i Jazz. La squadra dello Utah si è infatti ritrovata ad inseguire per la maggior parte del primo tempo, chiudendo il primo quarto sotto di 26 – 19 ed il secondo sotto di 44 – 43, mettendo la testa avanti solamente in un paio di occasioni a metà del primo periodo. Il copione della partita cambia nella terza frazione di gioco, con i Jazz capaci di un quarto da 38 – 19 frutto di un 50% complessivo da dietro l’arco e del dominio fisico nel pitturato (chiuderanno la partita con 58 rimbalzi di squadra, di cui ben 16 in attacco, mentre Portland con 37), contro cui non possono fare nulla nemmeno i 39 punti di Damian Lillard, capace di segnare in qualsiasi situazione quando è in ritmo.
Arrivati sul massimo vantaggio di +24, con il tabellino che recita 89 – 65 dopo la tripla di Jerebko, in apertura dell’ultimo quarto, Utah si limita a controllare la partita tenendo a dovuta distanza gli avversari, fino al 115 – 96 finale. Oltre ai 39 di Lillard, non sono dunque bastati nemmeno i 22 di McCollum e i 10 di Napier uscendo dalla panchina.