Negli ultimi anni, grazie all’avvento dei social media, è diventato molto più facile per i tifosi esprimere le loro opinioni riguardo alle selezioni per l’All-Star Game. Quest’anno ciò si è dimostrato particolarmente vero nel caso di Lou Williams, l’attuale guardia dei Clippers. Attualmente il sedicesimo miglior scorer della lega con 23.3 punti a partita (career-high), Williams sta tenendo a galla i Clippers, perseguitati da infortuni e ormai privati della loro star Blake Griffin. In questa stagione Sweet Lou ha segnato almeno 30 punti in 14 occasioni, una delle quali si è tramutata in una performance da 50 punti contro i Warriors alla Oracle Arena, partita poi vinta dai Clippers. Snobbato dall’All-Star Game in quella che è senza dubbio la sua miglior stagione in carriera, Lou-Will ha potuto contare sul supporto di innumerevoli tifosi e appassionati, che non si sono trattenuti nell’esprimere la loro indignazione per la mancata selezione del veterano ex Rockets. Indignazione che ha raggiunto livelli ancor più alti dopo i vari infortuni che hanno colpito il Team LeBron: Williams non è infatti uno dei sostituti scelti dal commissioner Adam Silver. Questo è dovuto in parte al fatto che Wall, Love e Porzingis hanno dovuto essere sostituiti da giocatori della loro stessa Conference, quella orientale; questo non ha però fermato le critiche, con diverse persone (tra cui Tas Melas, analista per The Starters) che sostengono che l’NBA avrebbe dovuto fare un eccezione in questo caso, concedendo a Lou-Will questo onore.
Damian Lillard, non ogni anno ma poco ci manca
Damian Lillard é un giocatore spaventoso, uno dei play più divertenti da guardare della lega, in grado di influenzare e decidere partite da solo. Purtroppo per lui é anche uno degli snobbati più celebri degli ultimi anni: non solo in ambito All-Star, in quanto venne snobbato anche dalla squadra olimpica del 2016. Ma se la non convocazione alle Olimpiadi si può discutere, non si può dire lo stesso per alcune edizioni dell’All-Star Game: perché Lillard in più occasioni si è dimostrato meritevole di apparire nella partita delle stelle per poi non venire selezionato. A cominciare dall’edizione 2015: per essere corretti Lillard venne scelto come sostituto dell’infortunato Blake Griffin, però è inconcepibile come il play dei Blazers non venne scelto in primo luogo. Allora al terzo anno nell’NBA Lillard viaggiava a 22 punti, 6 assist e 5 rimbalzi di media, conducendo i Blazers al terzo posto nella competitivissima Western Conference. Nel 2016 e 2017 la storia si ripeté: i numeri di Lillard migliorarono ma le attenzioni dei fans e dei coach andarono ad altri nomi. A dirla tutta è effettivamente difficile competere con nomi come Curry, Westbrook e Paul. Meno male che quest’anno Lillard giocherà nell’All-Star Game, altrimenti tutta questa storia sarebbe sfociata nell’assurdo…