A sentire parlare e a guardare i social media di Joel Embiid sembra impossibile pensare che il camerunense abbia mai dubitato di se stesso e delle sue capacità.
Ma prima del suo esordio in NBA e prima di essere un All-Star, il giocatore dei 76ers ha affrontato due anni molto difficili, segnati da due fratture ai piedi e da diversi interventi chirurgici, in cui, a suo dire, ha anche pensato di mollare tutto. Embiid ha raccontato a Tim Bontemps del The Washington Post che:
“Il mio corpo era morto. In alcuni momenti volevo smettere. C’erano solo interventi seguiti da altri interventi, e non credevo in me stesso, non mi sentivo bene con il mio corpo. Una volta che ho giocato la mia prima partita, però, ho capito che sarei stato uno dei migliori, se non il migliore giocatore della lega. Da quel giorno ho continuato a lavorare e ora sono qui.”
Sin dalla prima partita NBA giocata nell’ottobre 2016 contro gli Oklahoma City Thunder e conclusa con 20 punti e 7 rimbalzi, Embiid si è dimostrato un giocatore davvero determinante per i suoi 76ers ed infatti quest’anno, nella prima vera stagione completa del 23enne, a Philadelphia i Playoff non sono più un’utopia ed anzi ad oggi i Sixers occupano la settima posizione della Eastern Conference.
Nelle 44 partite giocate quest’anno Embiid ha 23.7 punti, 11.1 rimbalzi. 3.1 assist e 1.8 stoppate di media, numeri che gli hanno permesso di guadagnarsi la convocazione al suo primo All-Star Game e che lo hanno fatto entrare tra i migliori giocatori di tutta la lega.
“Penso davvero di avere il potenziale, e non sto scherzando. Ho il potenziale per diventare il migliore giocatore di tutta la NBA.”
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