Memphis Grizzlies (18-38) ― 11% possibilità
Tramontata l’epopea d’oro del Grit&Grind nel Tennessee è tempo di ricostruire. I Grizzlies ci avevano provato due stagioni fa andando all-in ri-firmando Conley con una maxi estensione e portandosi a casa Parsons, ma è andata male. Malissimo. Licenziato Fizdale, perso per la stagione Conley per infortunio, non resta che perdere (e perderemo). Il futuro presenta più ombre che luci al momento, visto che Memphis non ha il totale controllo della loro prima scelta 2019 (che è dei Celtics, protetta 1-8; poi 1-6 nel 2020 e non protetta nel 2021. Citando Zach Lowe, eviterei di fare affari con Danny Ainge in futuro). E neanche la situazione salariale è tanto migliore, con 103M già garantiti soprattutto dai contratti di Parsons (sigh), Conley e Gasol. Per di più Memphis dovrà fare i conti con la free agency di Tyreke Evans, forse la nota più positiva della stagione, che sarà Unrestricted Free Agent e quindi libero di accasarsi altrove (resta incomprensibile il perché il front-office dei Grizzlies si sia rifiutato di scambiarlo durante l’ultima free agency di mercato, visto l’interesse di molte squadre).
Non resta che sperare nel Draft. Già prima della pausa Memphis stava dando sempre più spazio ai suoi giovani (con Martin, Brooks e Rabb che qualcosina di buono lo hanno lasciato intravedere) e la cosa dovrebbe andare aumentando. Il calendario li vedrà impegnati in trasferta per 15 volte nelle restanti 26 partite e questo può essere un punto a favore, viste le appena 5 vittorie racimolate finora lontano da casa. Per il resto c’è davvero poco di cui essere ottimisti: uno small market team con i due giocatori di punta già oltre i trent’anni e molto affini agli infortuni non lasciano sperare in grandi cose. Lunga vita al Grit&Grind!
Orlando Magic (18-39) ― 12% possibilità
I Magic sono stati la più grande rivelazione dell’inizio di stagione, con il record che diceva 8-4 e una pallacanestro offensiva quasi piacevole. Trentacinque sconfitte dopo (!) la seconda franchigia della Florida è tornata nella mediocrità più assoluta e a metà febbraio la stagione è di fatto già finita. All’ultima trade deadline Payton ha fatto le valigie direzione Phoenix in cambio di una seconda scelta che potrebbe tornare utilissima (dovrebbe cadere in un range 31-35). I Magic non volevano ritrovarsi a dover convivere con la sua free agency in estate, visto che parliamo di un giocatore che si fa stoppare dai suoi stessi capelli c’è da capirgli.
Per il resto davvero poco: il calendario sarebbe pure abbordabile (14 su 24 in casa) ma Vogel e il front-office sanno cosa fare per non correre rischi. Innanzitutto nessuna fretta di tornare a schierare Gordon e Vucevic, attualmente infortunati, visto che nei 730 minuti condivisi in campo Orlando è sembrata una squadra quasi decente (-0.1 di Net Rating). Al contrario non mancheranno minuti per Augustin, Speights, Bismack freaking Biyombo (con lui in campo -11.6 di Net Rating!!!) e magari anche per Stuff ― la mascotte della franchigia. L’unico asset futuribile è Aaron Gordon e attorno a lui dovrà ruotare la rinascita dei Magic. Unica nota positiva per guardare le partite di Orlando da qui alla fine della stagione: Mario Hezonja baby!
Phoenix Suns (18-41) ― 16% possibilità
Anno nuovo, vita vecchia. I Suns in questa prima metà di stagione sono stati in grado di (a) avere il peggior differenziale in NBA (-9.1 su 100 possessi), con la stra-peggior difesa e il penultimo attacco. Cosa che ha portato a (b) licenziare coach Watson e (c) cedere Bledsoe in cambio delle briciole. Non contenti hanno (d) spazzato via anche quelle briciole (Monroe) per finire in bella con (e) dare via una preziosa seconda scelta (nella già citata trade per Payton con Orlando). La cosa positiva è i Suns possiedono i diritti sulla prima scelta degli Heat 2018 e con un po’ di fortuna potrebbe anche essere una scelta interessante. Per il resto, il deserto o quasi.
L’unico motivo per il quale Phoenix non occupa una posizione più alta in questa classifica sta nel fatto che magari avranno meno fame di altre franchigie nella corsa al peggior record, visti gli anni disastrati e un roster imbottito di giovani e scommesse. Se al contrario i Suns decidessero di andare veramente a caccia della prima prossima prima pick la strada sembra essere spianata. Dodici partite in trasferta, 16 su 23 contro avversarie attualmente ai Playoff oltre a tre partite ancora da giocare contro gli Warriors, due contro Cleveland e OKC, una contro Boston e Rockets. Se a questo ci aggiungiamo che in casa finora hanno vinto appena 3 volte le conclusioni traetele da voi.
La notizia positiva della stagione è ancora una volta Devin Booker. Oltre ai 24 punti di media a sera quello che fa più sperare è la sua crescita costante, il suo continuo aggiungere cose nuove al suo gioco ― come ad esempio una migliore capacità di playmaking, dimostrata dai 4.8 assist a partita rispetto ai 2.5 della sua stagione d’esordio. Segnali incoraggianti anche da Josh Jackson ― che a febbraio viaggia a 17.4 punti di media col 45% dal campo e oltre 6 rimbalzi catturati ― e da TJ Warren ― un cingolato capace di bullizzare i diretti avversari in area e che potrebbe venire buono come pedina di scambio in un prossimo futuro. Per il resto, Trust The Proce… ah no, non erano loro.
Sacramento Kings (18-39) ― 17% possibilità
Mettere sulle mani sulla prima scelta assoluta è l’obiettivo (velatamente) dichiarato dei Kings dal primo giorno del summer camp. E considerando il record attuale, il fatto che da qui in avanti ci saranno ancora più minuti per i giovani, e il sestetto di partite che li vedrà impegnati contro Nuggets, Thunder, Warriors, Jazz, Heat e Pistons l’obiettivo sembra davvero a portata di mano.
Ceduto Cousins per un pacchetto di noccioline i Kings devono trovarsi un nuovo giocatore su cui (ri)costruire la franchigia e considerando che la loro prima scelta 2019 è legata ad un filo (vedere PS in fondo a questo paragrafo per spiegazioni) questo Draft si preannuncia come un’occasione imperdibile. Fox è un bel prospetto ma fino a quando non sarà in grado di costruirsi un jumper rispettabile è destinato ad essere scostante, Mason III ha fatto vedere cose interessanti prima di infortunarsi. Chi invece sembra una fresca limonata in una giornata afosa è Bogdan Bogdanovic.
Il rookie serbo ha avuto bisogno di poco ambientamento per capire come fare la differenza anche oltre oceano (dopo aver fatto meraviglie con la maglia del Fenerbahce in Europa), dimostrando una maturità e un’intelligenza tattica superiore che gli permettono di essere a suo agio sia come ball handler sia come spot-up shooter (40% da tre su 4 tentativi a sera).
Nel front-court, tagliato il “nuovo Gasol” Papagiannis dopo neanche due anni (scelto in lotteria eh, poi non dite che Boogie non ve l’aveva detto) le speranze risiedono in Cauley-Stein, che continua a crescere bene. Nei circoli privati di Sacramento si dicono cose strabilianti di Giles III, che però non giocherà un minuto in questa stagione causa infortunio al ginocchio. Per il resto, aspettando che esploda il “nuovo Steph Curry” i Kings potrebbero consolarsi chiamando il primo emule di Steph, che ancora gioca al college ma è pronto a strabiliare tutti anche al piano di sopra.
(PS: i Kings potranno tenere la loro prima scelta 2019 solo in caso di prima pick assoluta; in caso contrario andrebbe a Boston (via trade con Philadelphia dello scorso giugno). Esiste uno scenario in cui ai Sixers tocca la 10/11 dei Lakers 2018 mentre ai Celtics la 2/3 dei Kings 2019. Ancora una volta: EVITATE-DI-FARE-AFFARI-CON-DANNY-AINGE!!!)
Atlanta Hawks (18-41) ― 20% possibilità
Neanche tre anni fa gli Hawks erano la rivelazione della NBA. Dopo la cessione di Millsap della scorsa estate di quella squadra non è rimasto niente tranne coach Budenholzer e con l’arrivo del nuovo GM Trevis Schlenk il progetto di rebuilding è già iniziato. Secondo quanto riportato da The Ringer nell’ultima trade deadline tutti i componenti del roster erano disponibili via trade tranne Collins, l’ultima presa al Draft e del quale se seguite la nostra Rookie Ladder avete già sentito parlare a sufficienza.
Gli Hawks sono uno dei mercati più piccoli della lega, da anni durano fatica a portare la gente al palazzo e hanno estremo bisogno di un volto nuovo da pubblicizzare e sul quale costruire nuovi successi. Quale occasione migliore per farlo se non attraverso uno dei Draft più carichi di talento degli ultimi anni?
Atlanta ha attualmente il peggior record della NBA (alla pari dei Suns) e potrà sfruttare a suo vantaggio un calendario terrificante. Il tour in trasferta che li vedrà impegnati contro Bucks, Jazz, Warriors, Rockets e Timberwolves potrebbe dargli una grossa mano così come le partite casalinghe con ancora Warriors, Thunder e Sixers (due volte). Costruire un bel Draft è l’unico obiettivo rimasto alla stagione degli Hawks, che oltre alla loro scelta avranno anche quella di Minnesota e di Houston. Tre giovani prospetti da affiancare ai già presenti Collins, Prince e Schröder ― anche se le quotazioni del tedesco sempre più in ribasso.
L’unica certezza è Budenholzer. Anche quest’anno gli Hawks hanno fatto vedere di essere in grado di giocare una pallacanestro strutturata, fluida e altruista (62.5 AST%, quarta miglior squadra della lega!). Toccherà a lui plasmare il talento che Schlenk gli metterà a disposizione, ma fino ad allora: BUON TANKAPALOOZA A TUTTI QUANTI!