La stagione dei Detroit Pistons, nonostante il maxi-scambio che ha portato in città Blake Griffin, sembra ormai arrivata agli sgoccioli, con la squadra di Stan Van Gundy ormai distante diverse partite dalla zona Playoff. Difficile trovare qualcosa di positivo in una stagione iniziata con grandi aspettative, soprattutto considerando l’inizio molto promettente, e poi conclusasi con un nulla di fatto; uno dei pochi giocatori a salvarsi è Andre Drummond che al di là dei risultati di squadra ha probabilmente giocato la sua miglior stagione, per continuità, completezza e miglioramenti in alcuni aspetti del gioco.
Le sue statistiche dicono 14.8 punti, 15.7 rimbalzi, 3.1 assist (entrambi career-high) e 1.7 stoppate. Per quanto riguarda i rimbalzi il prodotto di UConn quest’anno ha fatto registrare numeri decisamente notevoli, guidando la classifica in questione e soprattutto realizzando prestazioni che non si vedevano dai tempi di Dennis Rodman: in stagione sono state 45 le gare con almeno 15 rimbalzi raccolti, cifre che non si vedevano dall’annata 1993-1994, quando il migliore amico di Kim Jong-Un ne “Tirò giù” almeno 15 per 54 partite.
Inoltre Drummond a rivelato di star lavorando in maniera molto seria sul suo “jump-shot” in modo da ampliare il suo raggio di azione e la sua pericolosità offensiva (in questa stagione Stan Van Gundy è già riuscito a farlo uscire maggiormente dall’area e farlo partecipare in maniera più attiva all’azione, da qui il numero di assist passato da 1 a 3).
In questa stagione il centro ha già sensibilmente migliorato le sue percentuali ai liberi passando da un terribile 38% ad un accettabile 61%, quindi è credibile che il suo lavoro possa portare a dei risultati e che dalla prossima stagione potremmo vedere Andre Drummond prendersi qualche conclusione fuori dal pitturato:
“È qualcosa a cui sto lavorando da tutta la stagione a porte chiuse, prendendomi il mio tempo, ascoltando le critiche e cercando di perfezionarmi in modo che la prossima stagione potrò prendermi questi tiri in maniera consistente. Andando verso il mio settimo anno di carriera è giunto il momento di espandere il mio gioco; è cambiato in questi anni ed è tempo di prendersi anche tiri che siano oltre la linea del tiro libero, soprattutto quando vengo lasciato libero”.
La continuità nel segnare questi tiri sarà sicuramente una degli aspetti interessanti della prossima stagione dei Pistons, insieme al grande punto interrogativo, a cui mezza stagione non ha potuto dare ancora risposta, sulla coesistenza contemporaneamente in campo di due giocatori come Drummond e Blake Griffin.
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