Orlando Magic (22-52)
Album: Conditions – Temper Trap (2009)
Un inizio di stagione sorprendente ha portato gli Orlando Magic nelle primissime posizioni della Eastern Conference, venendo trascinati dall’energia di Aaron Gordon e da un sorprendente Evan Fournier. Poi il tracollo: complice anche l’infortunio di Nikola Vucevic, la franchigia della Florida ha perso la bussola, per poi ritrovarsi in breve tempo nei bassifondi dell’Est, diventando così una piccola meteora della stagione NBA. Un po’ come la meteora musicale dei Temper Trap: una giovane band capace di sfornare un album di debutto molto valido come Conditions, portandolo alla notorietà internazionale con la hit Sweet Disposition, per poi non riuscire a replicare tale successo con le pubblicazioni successive, finendo così nel dimenticatoio.
Dallas Mavericks (23-52)
Album: The E.N.D. – The Black Eyed Peas (2009)
Nonostante Dirk Nowitzki abbia dichiarato di voler continuare a giocare per un altro anno, i Dallas Mavericks sono ormai vicini alla fine di un’era durata venti anni: The E.N.D. dei The Black Eyed Peas è dunque l’album perfetto per la franchigia texana. Dopo aver pescato l’esplosivo Dennis Smith Jr., chissà che non possa arrivare comunque un altro giovane in grado di raccogliere l’eredità che lascerà il lungo tedesco.
Brooklyn Nets (24-52)
Album: Favourite worst nightmare – Arctic Monkeys (2007)
L’incubo dei Nets sembra non avere fine: dopo diversi anni trascorsi nei bassifondi della Eastern Conference, alcuni sprazzi di speranza sono stati intravisti ad inizio stagione, prima degli infortuni di Jeremy Lin e di D’Angelo Russell (che hanno messo fuori causa il primo per tutto l’anno e il secondo per diversi mesi). Così, anche questa volta la squadra di Brooklyn si ritrova coinvolta nella corsa all’oro – aka il miglior talento disponibile al prossimo Draft. Il problema però è che anche quest’anno i Nets non posseggono la loro scelta, trovandosi così per la millesima volta nel peggior scenario possibile, tanto che potrebbe essersi trasformato nell’incubo preferito di Brooklyn,come suggerisce il titolo del secondo album degli Arctic Monkeys.