Chi scende, chi sale
Mai come in annate come queste, il parco di talenti-da-Lottery è ampio ben oltre le quattordici canoniche scelte e verrà plasmato non solo sul criterio del Best Player Available ma anche sulle necessità di squadre con specifiche esigenze che non hanno afferrato il treno-Playoff per pochi dettagli. Occhio dunque alla variegata scelta di esterni disponibile al primo giro: i più quotati sono Troy Brown di Oregon, dotato di mezzi fisici molto interessanti ma un tiro tutto da costruire, e la junior combo-guard Khyri Thomas di Creighton, che intriga per versatilità e maturità. Si avvicina a grandi falcate alla Lottery, pur non essendo ancora certo di dichiararsi, anche Jontay Porter, fratello minore di Michael, che si è preso sulle spalle Missouri in sua assenza mostrando lampi di un gioco totale e moderno che non può che ammaliare gli scout.
Chi vuole un diciottenne di 2 metri e 11 che tira così da tre?
A metà del guado tra Lottery e Top 20 ci sono gli iper-atletici Zhaire Smith di Texas Tech e Lonnie Walker di Miami, con quest’ultimo che potrebbe seriamente riproporsi tra le prime 14 a seguito della Draft Combine. A questi due nomi potrebbe aggiungersi l’accoppiata di Duke: Gary Trent Jr. e Trevon Duval, due che potrebbero non aver esporato interamente il loro potenziale sotto la guida di coach K. A chiudere questa fascia ci sono i già citati Anfernee Simons e Mitchell Robinson, vere e proprie mine vaganti del primo giro a causa della loro mancanza di esperienza collegiale. Da segnalare, infine, la certa presenza al primo giro di Džanan Musa, il miglior international dopo Dončić, che potrebbe anche essere scelto in Top 20 ma non è certo di effettuare immediatamente il salto del lago, restando in Europa a sviluppare le sue interessantissime skills offensive.
Gli eroi collegiali
Concludiamo questo primo quadro del Draft con una panoramica di quei giocatori che riceveranno quasi di default una chance NBA dopo aver vissuto una grande carriera collegiale, riuscendo in taluni casi a sfondare (chi ha detto Draymond Green?). Il profilo il maggiore ascesa è, ovviamente, quello di Jalen Brunson, leader indiscusso dei Villanova Wildcats, già titolare nel successo di due anni fa: in tanti ormai sono certi che possa avere un buon impatto con la NBA ed è quasi certo venga scelto verso la fine del primo giro. Stabili ormai da tre Draft, invece, le quotazioni Grayson Allen di Duke che questa volta non può sottrarsi al grande salto: anche lui è una probabile scelta a cavallo dei due giri. Piazzamento simile ma carriera diversa per Malik Newman, autentico go-to-guy di Kansas al torneo NCAA che ha scelto di cavalcare l’onda dell’entusiasmo, firmando con un agente e lasciando il team di coach Bill Self dopo il suo anno da red-shirt sophomore. Verranno scelti nei pressi della metà del secondo giro i suoi compagni di college Devonte’ Graham e Sviatoslav Mykhailiuk: il primo è la classica stella-senior che siamo abituati a vedere nei college ma difficilmente lasciano un impatto nella NBA, mentre il secondo è un tirarore mortifero che potrebbe avere una chance nella NBA odierna, incentrata sul tiro da tre punti, prima di ripiegare sulla natia Europa. Rischiano, infine, di finire undrafted le due punte di diamante di North Carolina, Joel Berry II e Theo Pinson: i due potranno però provare a diventare giocatori di riferimento nella pallacanestro europea.
Come la storia insegna, i Draft sono una scienza inesatta e i Mock Draft sono una materia ancor più instabile: bisogna sempre tenere a mente la combinazioni di fattori che circondano un prospetto quando arriva nella lega professionistica più importante al mondo. Proprio per questi motivi, ciascuna delle previsioni effettuate potrebbe fallire per un’inezia, per un cambiamento repentino di valutazione o, più tristemente, per un infortunio. In ogni caso, mettetevi comodi: la Road to Draft è già cominciata e mai come quest’anno ci farà appassionare!